Reggio, Cassalia (Insieme per la disabilità Onlus): “Occorre riorganizzazione strutture psichiatriche”

Riguardo alle vicende di allontanamento da una residenza in cui soggiornava una persona con disagio psichiatrico, nella totale indifferenza dell'opinione pubblica, non possiamo che essere angosciati, poiché conosciamo come familiari le difficoltà che sussistono in tutte queste strutture di ricezione". Lo afferma il presidente di Insieme per la disabilità Immacolata Cassalia che aggiunge: "Accenniamo alla riorganizzazione delle strutture psichiatriche nell'ambito dell'ASP 5 della Regione Calabria ai fini di valutare quanto accaduto nell'ultimo episodio. Ripercorriamo, in sintesi, le tappe che avevano caratterizzato l'iter burocratico che aveva portato l'ASP 5 all'adozione dell'atto deliberativo n.235 con cui si recepiva quanto stabilito dalla delibera di Giunta Regionale n. 141/09. Il provvedimento dell'ASP è stato oggetto di reiterate contestazioni da parte delle Associazioni di Familiari in quel periodo riunitosi come Movimento Trapasso. Le contestazioni si erano fondate sia relativamente alle procedure adottate, caratterizzate dall'assenza di ogni forma concreta di concertazione con le Associazioni di familiari e con le forze del Volontariato, sia, cosa ancor più grave relativamente ai contenuti. La delibera n. 141/09 non riguarda le strutture psichiatriche (pubbliche) esistenti nella provincia di Reggio Calabria, ma dava forma alla realizzazione delle strutture private che avevano assorbito i malati dei manicomi di Girifalco e di Serra D'Aiello. Proponeva nel Reggino quei contenuti contrattuali che riportava le locali strutture ad una logica custodialistica-manicomiale che si riteneva, con la legge Basaglia del 1978, definitivamente superata. Invece, che si creava un salto nel vuoto, ripresentando che per ogni struttura di 20 utenti bastava meno personale a svolgere le attività di gestione. Si era pervenuti come associazione di familiari, a individuare una soluzione che, pur non costituendo sicuramente il percorso ideale per la riorganizzazione delle strutture psichiatriche, avrebbe consentito, almeno, di mantenere gli attuali livelli di servizio in tutte le strutture, in attesa della definizione di apposite linee guida da parte della Regione Calabria. Nel corso di una riunione tenutasi presso la Direzione Generale dell'ASP 5, presente il Direttore Generale della Giunta Regionale si era infatti giunti ad un accordo, - racconta Cassalia – consistente nel modificare il "contratto ponte" predisposto dall'ASP inserendo delle modifiche atte a salvaguardare i livelli attuali di prestazioni e di impiego di personale, con l'onere di pervenire, da parte di una apposita task–force regionale, all'individuazione delle linee guida per la riorganizzazione delle strutture psichiatriche, sulla base di una proposta condivisa con le parti colloquianti. Orbene, l'ASP ha proposto ai soggetti convenzionati il "contratto ponte" nella sua formulazione originaria, senza le modifiche concordate, disattendendo gli impegni assunti con le associazioni dei familiari, che avevano seguito la vicenda. Prescindendo da ogni analisi concernente le ragioni, anche di carattere economico, che hanno indotto i soggetti convenzionati ad accettare la sottoscrizione del contratto, non si può che stigmatizzare il comportamento dell'ASP che ha inteso chiudere infelicemente una vicenda in cui sono stati disattesi i diritti delle persone con disagio psicologico. I familiari erano consapevoli che il concetto di temporaneità nella nostra realtà facilmente si trasforma in "definitiva" con il rischio di intaccare come si è costatato, pesantemente la qualità dell'assistenza psichiatrica. Nel corso dell'incontro sono intervenuti, fra gli altri, i rappresentanti dei familiari Giovanna Vilasi e Immacolata Cassalia che, hanno rilevato l'importanza della definizione della "Carta dei diritti dell'utente", strumento ritenuto fondamentale per salvaguardare efficacemente i diritti degli utenti, inseguito stesa da Immacolata Cassalia e presentata nei tavoli del Movimento Trapasso per condividerla con i membri associati. Pur richiedendo un intervento immediato, per mettere fine all'assunzione di provvedimenti arbitrari e non in linea con gli impegni assunti con le Associazioni di Familiari la locale ASP che nella persona del suo direttore, ne ha concertato le modifiche. Quanti episodi ancora di cronica dobbiamo ascoltare, affinché le loro voci, voci dal buio possano vedere una luce di serenità. Quante cadute degli utenti devono cicatrizzare gli sfregi dell'indifferenza. Quante foto di visi smarriti dobbiamo vedere per memorizzare che sono persone. Quanti loculi dobbiamo chiudere privi di speranza. A queste interpellanze – conclude Cassalia – risponde un silenzio assoluto, ma ciò nonostante ci definiamo umani e non animali".