‘Ndrangheta in Lombardia, pm: “Da clan voti per ex consigliere regionale Giammario”

toghe newL'ex direttore della Asl di Pavia Carlo Chiriaco, già condannato a 12 anni in appello nel maxi-procedimento "Infinito" contro la 'ndrangheta in Lombardia, avrebbe messo a disposizione nel 2010, tramite l'ex manager dell'ospedale San Paolo di Milano Pierluigi Sbardolini, un "pacchetto di voti di preferenza gestiti dall'associazione di stampo mafioso" a "favore del candidato Angelo Giammario", ex consigliere regionale lombardo del Pdl ed ex sottosegretario alla presidenza della Giunta, quando era guidata da Roberto Formigoni. È quanto emerge dall'avviso di conclusione delle indagini, notificato nei giorni scorsi dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, a Sbardolini, Chiriaco e Giuseppe Catarisano, ex dg del San Paolo, nell'ambito di un procedimento con al centro una presunta gara d'appalto truccata "per l'affidamento di servizi infermieristici presso la casa di reclusione di Opera" da parte dell'ospedale milanese. Il nome di Giammario compare nell'atto di conclusione dell'inchiesta, ma l'ex consigliere lombardo non è indagato.

L'inchiesta, chiusa nei giorni scorsi in vista della richiesta di processo per i tre indagati, era nata dopo il suicidio, il 19 luglio 2010, dell'allora dirigente del settore appalti dell'ospedale San Paolo, Pasquale Libri. Indagine da cui, tra l'altro, sono scaturiti altro filoni sulla sanità lombarda ed anche l'inchiesta sui presunti appalti truccati per l'Expo. Come risulta dall'atto della Procura, Sbardolini, Catarisano e Chiriaco avrebbero turbato la gara d'appalto indetta il 24 giugno del 2009 per l'affidamento dei servizi infermieristici del carcere di Opera. Ci sarebbero stati, infatti, "contatti e accordi" tra i tre ed anche con Libri, il tutto per far nominare come componente della commissione aggiudicatrice Sergio Edo, "professionista in contatto con Chiriaco", il quale, invece, operava "nell'interesse del Consorzio Fatebenefratelli partecipante alla gara d'appalto". Il reato è aggravato dall'aver "commesso il fatto al fine di favorire" la 'ndrangheta. E Chiriaco, come scrivono i pm, in particolare, sarebbe stato l'elemento "di raccordo tra alti esponenti" delle cosche lombarde, tra cui Pino Neri e Cosimo Barranca, e "alcuni esponenti politici", garantendo "appalti pubblici". Chiriaco, inoltre, avrebbe anche promesso a Sbardolini "un pacchetto di voti" per Giammario, "soggetto politicamente collegato" all'ex manager del San Paolo. Un appoggio "elettorale", si legge ancora, "da spendere e utilizzare da parte di Sbardolini in vista della nomina a Direttore generale di azienda ospedaliera prospettata allo stesso da Chiriaco". Per questo capitolo Sbardolini e Chiriaco sono accusati di corruzione aggravata dal favoreggiamento della 'ndrangheta.

"Formigoni oggi ha cercato di ridimensionare la sua conoscenza con Zambetti, ma le fotografie dimostrano che facevano politica assieme da molti anni": lo ha spiegato l'avvocato Corrado Limentani, difensore insieme all'avvocato Giuseppe Cusumano dell'ex assessore regionale Domenico Zambetti, sotto processo a Milano con l'accusa di voto di scambio con la 'ndrangheta. I difensori hanno mostrato, durante una pausa dell'udienza, una fotografia di Zambetti e dell'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni insieme sul palco durante un comizio nel giugno 1989, quando entrambi erano esponenti della Democrazia Cristiana. Scatto che contraddice le affermazioni di Formigoni che, ascoltato come teste in aula, ha spiegato di aver conosciuto Zambetti nel 2005.

"Si conoscevano invece da molto prima - ha sottolineato l'avvocato Limentani - anche perchè Zambetti è stato consigliere regionale negli anni '90". Secondo il difensore, l'audizione di Formigoni è stata "positiva", in quanto l'ex presidente della Regione Lombardia e attuale senatore del Nuovo centrodestra "ha ribadito che i suoi dubbi su Zambetti erano solo il frutto di voci e dicerie diffuse da politici concorrenti. 

"Dipende quale significato si voglia attribuire al verbo conoscere. Se si tratta di un veloce sguardo, di una veloce stretta di mano o magari anche della partecipazione a una iniziativa elettorale, allora ha ragione la difesa di Zambetti. Ma non è questo il significato che io attribuisco alla parola conoscere, e mi sembra che i dizionari della lingua italiana diano piuttosto ragione a me. Nel 1989 ero impegnato in una campagna elettorale per il parlamento europeo nella quale mi conquistai oltre mezzo milione di voti di preferenza. È evidente che per ottenere questo risultato ho partecipato a centinaia di iniziative, presenziato a convegni, manifestazioni, incontri, mi sono state scattate decine di migliaia di fotografie, ho stretto decine di migliaia di mani, avvicinato decine e decine di migliaia di persone, tra cui Domenico Zambetti. Ma non posso dire di averle veramente conosciute. Per questo ho sostenuto che una conoscenza vera, e sottolineo vera, di Zambetti comincia solo nel 2005 quando lui entra in Giunta". Così Roberto Formigoni, senatore di Ncd, in merito a quanto sostenuto dalla difesa dell'ex assessore lombardo, Domenico Zambetti, al processo a carico dello stesso Zambetti accusato concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio con la 'ndrangheta.

"Nel 2000 io e Zambetti eravamo consiglieri regionali proprio con Formigoni" scrive in una nota il parlamentare di Forza Italia Gianfranco Rotondi, commentando la testimonianza resa oggi a Milano da Roberto Formigoni, che ha detto di aver confermato le deleghe a Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con la 'ndrangheta, "anche grazie alle rassicurazioni ricevute dall'ex ministro Gianfranco Rotondi sulla correttezza del suo operato"

"Rassicuro Formigoni: sono ancora certo - sottolinea Rotondi - della correttezza di Zambetti e fiducioso in un esito a lui favorevole di un processo a cui non si è mai sottratto. Mi spiace, invece, per Formigoni se è vero che ha dichiarato di aver conosciuto Zambetti nel 2005 perchè nel 2000 io e Zambetti eravamo consiglieri regionali proprio con Formigoni".

(Ansa)