Reggio: i traguardi de "Il sogno di Peter", progetto per le cure palliative ai minori

confilsognodipeterdi Lavinia Romeo - Sul territorio reggino, quella dei bisogni socio assistenziali resta una ferita aperta, una tematica importante, spesso trascurata. Bisogni che si scontrano con i lunghissimi iter burocratici e la mancanza di personale, alcune tra le tante carenze del sistema sanitario calabrese.

L'obiettivo dell'incontro organizzato da "La Compagnia delle Stelle" è stato quello di far conoscere, invece, un esempio virtuoso di esperienza socio assistenziale. Attraverso "Il sogno di Peter" infatti, l'associazione di volontariato "La Compagnia delle Stelle", con il sostegno di "Fondazione con il Sud" e gli enti Unità Operativa di Cure palliative dell'Asp di Reggio Calabria, il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università degli Studi di Messina e l'Associazione "Armonia dello Stretto, è riuscita a realizzare un progetto innovativo, che ha avuto come missione lo sviluppo della cultura delle cure palliative nei confronti dei bambini con malattie inguaribili.

Tramite questa iniziativa, l'associazione ha offerto un aiuto concreto a 35 minori inguaribili e alle loro famiglie residenti nel territorio reggino tramite interventi integrati e multidisciplinari, che hanno aiutato i minori e le loro famiglie ad affrontare ed resistere all'evento avverso.

Il progetto è durato due anni, ed è stato orientato alla presa in carico globale del bambino e della sua famiglia, con un'assistenza domiciliare a cadenza settimanale.

Presente all'incontro svoltosi presso la sede del Consiglio Regionale e moderato dal giornalista Mimmo Raffa, anche il Presidente IV Commissione Consiglio Regionale, Nicola Irto: "In Calabria si deve creare una rete per le cure palliative per i minori – afferma - la Regione deve farsi carico di questo nonostante le disgrazie del sistema sanitario calabrese". Irto annuncia la prossima apertura di un tavolo tecnico per discutere di un nuovo sistema di salvaguardia dei minori e sulle cure palliative: "E' una questione che deve essere affrontata con certezza, con un Piano Regionale sulle cure palliative e lo snellimento delle spese per le cure mediche e il potenziamento dell'assistenza domiciliare".

Lo stallo del sistema passa dall'incapacità delle istituzioni di fare rete, ma soprattutto dal mancato ascolto degli ammalati, che sono i diretti interessati: "Facciamo appello perché si crei un sistema partecipato, basta con questo atteggiamento paternalistico da parte della sanità calabrese – dice Paola Serranò – vogliamo un'attenzione nuova del Governo Regionale, un'attenzione alla gente". Con queste parole, la responsabile dell'unità organizzativa di Cure Palliative dell'Azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, chiede un cambio di rotta anche per le cure domiciliari che si accostano alla medicina convenzionale, quelle cure che non si limitano al trattamento farmacologico, ma che si propongono di migliorare la qualità della vita del malato.

Creare comunità dunque, con uno sguardo verso i più deboli, perché lo sviluppo economico di un territorio parte dall'attenzione agli ultimi, ne è convinta anche Enrica D'Errico, rappresentante di "Fondazione con il sud": "Abbiamo finanziato il progetto perché la Calabria è la prima regione come povertà in Italia, specie dei bambini – dichiara- ma se non si investe in un settore come la sanità , non ci sarà mai sviluppo in Calabria, è da qui che devono partire tutte le politiche".

Si sofferma sull'importanza dei diritti fondamentali dei minori anche Marilina Intrieri, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, che nel suo commosso intervento si rivolge alle madri dei bambini con mali incurabili: "In Calabria c'è da fare molto, c'è da fare tutto - afferma - le aziende sanitarie rifiutano la prestazione obbligatoria, non si può chiedere al minore lontano dalle famiglie di pagare il ticket, siamo dinanzi alla violazione del diritto alla salute".

Sui risultati concreti del progetto e la risposta delle famiglie coinvolte, si concentra invece Massimo Ingrassia, docente dell' Università di Messina: "L'idea di base del progetto – dice - è stata di mettere insieme le conoscenze del sistema naturale, la famiglia, con le conoscenze del sistema esperto, il personale medico, con il solo obiettivo di garantire le giuste cure, ma anche rispetto, attenzione e dignità ai bambini colpiti da patologie incurabili".

Mentre il pediatra Domenico Iadanza, Responsabile regionale della rete di cure palliative pediatriche e terapia del dolore, illustra, in conclusione, come in Basilicata, con il "Progetto Bambino", si sia riusciti a creare una rete regionale e un centro di riferimento regionale per le cure palliative a favore dei bambini inguaribili.