Colpo alle cosche reggine a Milano, si dimette carabiniere: tentava di favorire 'ndrangheta per appalto catering allo stadio San Siro

Si è dimesso dall'Arma l'ormai ex carabiniere del Nucleo tutela del lavoro di Milano Carlo Milesi, arrestato lo scorso 16 dicembre nell'ambito di un'inchiesta della Dda del capoluogo lombardo che ha smantellato un'organizzazione legata alla cosca di Reggio Calabria Libri-De Stefano-Tegano radicata nei quartieri tra piazza Prealpi e viale Certosa.

Gli uomini della cosca sarebbero riusciti a fornire ad imprenditori locali una "protezione totale", utilizzando in diverse episodi le modalità della estorsione-protezione. Il gruppo criminale tentava di condizionare l'aggiudicazione di contratti di forniture e prestazioni d'opera, anche con forme di corruttela di pubblici ufficiali, gestire una consistente attivita' di traffico internazionale di sostanze stupefacente di cocaina, hashish e marijuana, al fine di accrescere il potere economico della cosca.

Le dimissioni di Milesi, sospeso dal servizio in seguito all'inchiesta e attualmente detenuto in carcere, sono una delle condizioni chieste dai pm Paola Biondolillo e Marcello Tatangelo per il patteggiamento di una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione, sul quale nei giorni scorsi è stato raggiunto l'accordo. Si esprimerà sul patteggiamento, nelle prossime settimane, il gup di Milano Chiara Valori.

L'ex militare è accusato di corruzione e rivelazione di atti di indagine coperti da segreto. Secondo l'accusa l'uomo sarebbe stato corrotto con mille euro da un imprenditore milanese legato alla 'ndrangheta, Cristiano Sala, anche lui arrestato, che attraverso la sua società di ristorazione cercava di mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan allo stadio San Siro. In cambio del denaro Milesi avrebbe redatto un'informativa, poi trasmessa in Procura, in cui si segnalava falsamente che la società che gestisce il catering, concorrente di quella di Sala, utilizzava lavoratori in nero. Milesi ha quindi disposto un'ispezione nei bar dello stadio durante la partita Milan-Roma del 16 dicembre 2013. Poi avrebbe incontrato alcuni dirigenti rossoneri, risultati completamente estranei ai fatti, cercando ad convincerli ad affidare il servizio a Cristiano Sala.

L'inchiesta aveva portato in tutto all'arresto di una sessantina di persone tra cui, oltre a Milesi e all'imprenditore, il presunto capo della cosca, Giulio Martino, e i suoi fratelli Domenico e Vincenzo. Il gip ha disposto il giudizio immediato, chiesto dai pm, per 57 imputati. Da quanto si è saputo in 47 hanno scelto i riti alternativi, chiedendo il patteggiamento o il processo con rito abbreviato davanti al gup. Per gli altri il processo si aprirà il prossimo 28 aprile, davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Milano.