Antimafia, Musella: "Non tutto è marcio, infangarla significa offendere chi dedica la vita per la lotta alla criminalità"

musella adriana bis"Credo che alla fine aver sacrificato buona parte della mia vita alla causa dell'antimafia non sia stata una perdita di tempo se non altro per aver fornito a me stessa una giustificazione e uno scopo". Lo scrive in una nota Adriana Musela che considera amara la lettura dell'articolo del giornalista Attilio Bolzoni di ieri sulla Repubblica secondo cui tutto è marcio e l'antimafia diventa un gioco di potere e business.

Il giornalista ieri dalle colonne del quotidiano nazionale scriveva che "Da quando esiste – una cinquantina d'anni ufficialmente – non è mai stata così ubbidiente, cerimoniosa e attratta dal potere. Più attenta all'estetica che all'etica, l'Antimafia sta attraversando la sua epoca più oscurantista. Proclami, icone, pennacchi, commemorazioni solenni e tanti, tanti soldi. C'è un'Antimafia finta che fa solo affari e poi c'è anche un'Antimafia ammaestrata".

"Prima di fare determinate affermazioni - dice ancora la Muella - sarebbe bene che Bolzoni venisse un po' in trincea per constatare di persona e non per sentito dire la realtà quotidiana. Che ci siano delle storture nell'antimafia e dei mistificatori è vero e l'abbiamo denunciato più volte ma niente di piu' di quello che accade in mille altri ambiti associativi, volontariato cattolico, assistenziale ecc".

"Certamente - continua - non si può non indignarsi di fronte a delle vomitevoli sorprese quali quella di Helg a Palermo. Riteniamo pero' che infangare l'antimafia in quanto tale significhi non rendersi conto del rischio che tanti di noi corrono, del sacrificio di chi ci ha preceduto e ha sacrificato la propria vita e quindi rendersi complici di coloro che cercano con la delegittimazione di distruggere quanto costruito. Si rischia, ma forse ci viene il dubbio che si voglia, di buttare l'acqua sporca unitamente al bambino, mettendo in discussione un argomento gia' tanto minato di suo. L'antimafia come la mafia e' qualcosa di molto serio perche' ha a che fare con la morte. Se ci sono coloro che ne approfittano vestendo abiti non propri, creare confusione, generalizzando un problema, e' un crimine.
Personalmente, ho sempre ritenuto l'antimafia un sentimento e non permetto ne' a Bolzoni ne' a nessun altro di creare ombre su quanti tra noi si sono donati alla causa senza riserva alcuna.
Ho piu' volte chiamato Bolzoni nei giorni scorsi senza avere risposta alcuna. Dov'era quando serviva il suo aiuto?Quando la sottoscritta ha rassegnato le proprie dimissioni dal Coordinamento che presiede per attirare l'attenzione su quanto succede in Calabria? Una regione dove l'etica e' stata sotterrata. Abbiamo chiesto invano il suo aiuto. E' davvero da pazzi continuare su questa strada permettendo agli altri di pontificare e massacrare un impegno gia' cosi' provato e minato. Alla fine nessuno si meravigli se si sceglie di mollare. Evidentemente e' quello che si vuole".