Reggio, svolto l’incontro organizzato dalla FUCI “Terra Venduta-Segreti di una Calabria Avvelenata”

incontrofuciLunedì 2 marzo, la FUCI ha organizzato l'incontro dal titolo "Terra Venduta-Segreti di una Calabria Avvelenata". "All'interno del nostro percorso formativo, ci siamo proposti di affrontare questo tema, la questione ambientale, perché, da giovani cittadini e studenti calabresi, crediamo sia arrivato il momento di non chiudere più gli occhi davanti alla realtà che ci circonda, bensì di "indagare" per raggiungere gli obiettivi che teniamo sempre ben presenti: formazione e informazione" scrive la FUCI. Come per gli altri due incontri organizzati durante l'anno, l'evento si è tenuto nei locali dell'università Mediterranea, luogo quotidiano della crescita e della formazione dei giovani fucini. Questa volta, i giovani della FUCI si sono affidati nella guida alla riflessione al Dott. Claudio Cordova, giovane reggino, direttore del giornale online "il Dispaccio" e autore del libro " Terra venduta- così uccidono la Calabria. Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni", da cui è tratta parte del titolo dell'evento.

"Sono storie in cui parlano i vivi ma soprattutto i morti", queste sono le parole con cui ha esordito il dottor Cordova nella sua riflessione, che si potrebbe definire un rapido viaggio tra le pagine del suo libro e, al contempo, tra le storie di persone e luoghi apparentemente sconosciuti ma che sono i nostri. L'esposizione , chiara e puntuale, è stata incentrata sulle tappe di questo "diario di viaggio", per descriverlo con le parole dell'autore; un excursus delle vicende che hanno avvelenato la nostra terra , la nostra Calabria fino a renderla "la discarica del mondo". Tante i luoghi nominati, Amantea, Diamante, Serra D'aiello, tanti i protagonisti di queste storie, che a sentirle "sembrerebbero quasi romanzi , viaggi di navi senza destinazione, misteriosamente scomparse, storie assurde ma che sono realtà". Insomma, parole che hanno rivelato un profondo spirito di servizio ed interesse al fine di documentare la verità. Parole che hanno dato numerosi spunti di riflessione come ha dimostrato il dibattito che è seguito. E' necessaria una rivoluzione culturale? Qual è il grado di consapevolezza dei responsabili? Cosa possiamo fare noi cittadini per far sentire la nostra presenza? Sono questi gli interrogativi che sintetizzano le riflessioni portate avanti dai presenti, a dimostrazione di una "curiosità" che va al di là del semplice fatto giornalistico, ma che vuole conoscere , comprendere, analizzare per trovare la "cura", riprendendo appunto la metafora utilizzata dal dottor Cordova. La malattia in questione è la 'ndrangheta, la prevenzione la parola. Ecco, è questo il punto in cui si può sintetizzare l'analisi che è stata portata avanti; perché dietro queste storie vi è la morbosa ricerca di potere, di affermazione, di forza, di traffici che sembrano favole ma che, purtroppo, sono realtà.

"Alla luce di quanto detto, è proprio la parola l'unico vero, ma allo stesso tempo, potente strumento che possediamo da giovani studenti quali siamo. Ed è proprio per questo che dobbiamo usarlo perché non vogliamo fermarci alla semplice accettazione dei fatti ; non vogliamo accettare il compromesso . Vogliamo sapere per parlare e per contribuire alla cura. Vogliamo che non ci sia più l'amara necessità di affermare "troppi sono legati a troppi"" dicono dalla FUCI.