Sogas, Filt Cgil attacca: "Teatro dell'assurdo, tra dimissioni non effettive e richieste di restituzione del premio di produzione"

"L'ineffabile Presidente della SOGAS, la società di gestione dell'Aeroporto dello Stretto, nei giorni scorsi ha inviato ai dipendenti della società una comunicazione con la quale richiede la restituzione del cosiddetto premio di produzione per tutti gli anni in cui è intercorso il rapporto di lavoro". Lo afferma in una nota la Filt Cgil.

"La motivazione di tale richiesta consisterebbe nella circostanza che la corresponsione di tale premio sarebbe stata non dovuta poiché tale premio non è previsto dal CCNL di categoria, né risultano sottoscritti accordi aziendali in merito.
A tale proposito si deve osservare che il fatto che il premio di produzione non sia previsto dal CCNL è del tutto irrilevante e che la dichiarazione del Presidente Porcino circa la mancanza di accordi aziendali sottoscritti in merito è palesemente falsa.
Quanto alla prima questione si deve far rilevare che alcuni dipendenti della Società hanno recentemente avanzato ricorso per Decreto Ingiuntivo al Giudice competente per il pagamento del premio in questione dal gennaio 2012 ad oggi, periodo per il quale il premio è stato «congelato» con provvedimento unilaterale del Presidente.
Ebbene non solo è stato emesso il Decreto Ingiuntivo richiesto, ma è stata addirittura rigettata l'opposizione. Dunque anziché essere dichiarato illegittimo il premio è stata dichiarata irricevibile l'opposizione.
Quanto alla seconda questione si deve rammentare che, nell'atto di opposizione al Decreto Ingiuntivo, proprio il Presidente Porcino ha fatto riferimento alla circostanza che il premio di produzione è stato corrisposto in virtù di un accordo sindacale risalente al 28 gennaio 1993, ratificato il 21 aprile dello stesso anno.
Come si vede, pertanto, per diretta ammissione dello stesso Porcino in atti giudiziari da lui presentati, l'accordo sindacale «inesistente» è invece stato sottoscritto ed il Dott. Porcino evidentemente ne conserva copia agli atti della Società.
Per queste ragioni i dipendenti destinatari della richiesta sono stati costretti a rigettare la richiesta di restituzione del premio di produzione ed a rivolgere al Presidente una diffida dal trattenere le somme relative, avvertendo che, qualora tali iniziative venissero intraprese, si rivolgerebbero al Giudice competente a tutela dei propri diritti, con conseguente aggravio di spese di giudizio.
A parte l'assurdità della dichiarazione che l'azienda abbia liquidato per decenni un'indennità senza nessuna giustificazione ed in assenza di accordi, in ogni caso, semmai tale assurda ipotesi si rivelasse vera, si dovrebbe intraprendere un'azione giudiziaria nei confronti degli amministratori che avrebbero illegittimamente pagato l'indennità e non già rivolgere la richiesta di restituzione ai dipendenti che, in perfetta buona fede, l'hanno ricevuta.
C'è da dire, a commento della vicenda, che la richiesta avanzata da Porcino con la nota citata all'inizio ha il tenore di una vera e propria gravissima provocazione, le cui conseguenze sono imprevedibili, visto che perviene in un momento in cui la Società non corrisponde gli stipendi ai dipendenti da ben cinque mesi. Vogliamo augurarci che appaia a tutti chiara l'inadeguatezza di un management aziendale che non si rende conto di questo e che, pertanto, non si accetti nessun passo indietro rispetto alle doverose dimissioni finalmente presentate dal Presidente.
A questo proposito dobbiamo dire che a Reggio sembra poter accadere di tutto: Porcino rassegna le dimissioni e contemporaneamente manda ai dipendenti la lettera con la richiesta di restituzione del premio, infine ritira le dimissioni e si parla insistentemente dell'intenzione di qualcuno dei soci di lasciare Porcino al suo posto. Siamo davvero al ridicolo!".