Processo Scajola, l'investigatore Papaleo: "Contatti criptati con Chiara Rizzo"

I continui contatti, "spesso criptati", tra Claudio Scajola e Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, sono stati uno degli argomenti trattati oggi dal vicequestore della Polizia di Stato Leonardo Papaleo, già in servizio alla Dia di Reggio Calabria, nel corso del processo in corso a Reggio Calabria nei confronti dell'ex ministro dell'Interno e di Maria Grazia Fiordalisi, segretaria di Matacena. Contatti, secondo l'accusa, finalizzati ad assistere Matacena - condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa - durante la sua latitanza, prima alle Seychelles e successivamente a Dubai, dove si trova attualmente. Il funzionario di polizia ha sottolineato come in una delle intercettazioni Scajola riferisca a Chiara Rizzo di avere trovato "l'uomo giusto e il posto migliore, più sicuro e vicino" per spostare Matacena da Dubai. Il riferimento, secondo l'accusa, è all'uomo d'affari italiano Vincenzo Speziali, da tempo residente a Beirut, in LIbano, dove avrebbe importanti riferimenti istituzionali, e dove, sempre secondo l'accusa, Matacena avrebbe dovuto essere spostato. Papaleo ha anche proseguito nella ricostruzione della galassia di imprese riferibili alla famiglia Matacena. "Era un continuo cambio di assetti societari - ha detto - di responsabilità manageriali, ristrutturazioni che avvenivano quando le indagini cominciavano a disegnare concretamente gli organi veri di controllo". La fuga di Matacena all'estero, ha riferito il funzionario, avrebbe però impedito lo sblocco di ingenti quantitativi di denaro versati su conti intestati all'ex parlamentare di Forza Italia, a causa delle deleghe che Matacena non sarebbe riuscito a rilasciare in tempo alla moglie. Il pubblico ministero distrettuale Giuseppe Lombardo ha anticipato che nel corso della prossima udienza, fissata per il 25 febbraio, chiederà al Tribunale la riunificazione del dibattimento con quello in cui sono imputati Chiara Rizzo e Martino Politi, storico collaboratore di Matacena. La Rizzo deve rispondere di intestazione fittizia di beni e procurata inosservanza della pena aggravati dall'avere favorito la 'ndrangheta. Chiara Rizzo e Martino Politi avevano inizialmente chiesto il rito abbreviato, ma i loro legali, dopo la contestazione dell'aggravante mafiosa, hanno chiesto ed ottenuto il processo con rito ordinario, la cui prima udienza è stata fissata per l'11 febbraio. Prosegue in abbreviato, invece, il processo a carico di Roberta Sacco, già segretaria di Scajola. (ANSA).