Reggio, Marcianò e Daniele Romeo all’attacco del Pd: “Incapaci di imporsi a Roma”

Romeo Daniele"Nelle ultime 48 ore il centrosinistra ha "servito", ai reggini, l'antipasto di cosa ci aspetta nei prossimi 5 anni a tutti i livelli.
Mentre il Presidente della Regione Mario Oliverio decideva di piegarsi di fronte al satrapo romano Renzi tentando di regalarci, tra le altre perle, anche la dottoressa Maria Carmela Lanzetta come Assessore alla Cultura (!) che da Sindaco condusse il suo piccolo comune al default economico, già 'crollata' per i veleni interni al Pd, il Sindaco Giuseppe Falcomatà si arrampicava sugli specchi, sempre i soliti, per discolpare e anzi giustificare il governo centrale autore del taglio al rifinanziamento del Decreto Reggio". Sono le stoccate di Michele Marcianò – segretario questore Consiglio provinciale Reggio Calabria –(Gruppo Misto) e di Daniele Romeo (Reggio Futura) sulle vicende che hanno interessato nelle ultime ore il Partito Democratico. "Le parole del primo cittadino e di alcuni esponenti della sua Giunta – proseguono i due – appaiono contraddittorie: si chiede oggi responsabilità quando gli stessi, negli anni passati di senso di responsabilità verso la città non sembra ne abbiano avuto. Quella stessa responsabilità che andrebbe oggi acquisita (ma con i fatti e non solo a parole) proprio dall'attuale amministrazione comunale chiamata a (tentare) di recuperare al grave danno causato dalle scelte del Governo che Falcomatà e i suoi invece cercano di minimizzare. Qui non si tratta di dialettica politica più o meno accesa, qui si parla di un provvedimento anti-Reggio Calabria assunto da Renzi, segretario nazionale del partito dello stesso Sindaco. Dunque – affondano Marcianò e Romeo – cercare di addebitare eventuali colpe al centrodestra locale o, peggio ancora alle vecchie amministrazioni, assomiglia tanto ad un maldestro (e forse disperato) tentativo di scaricare responsabilità e diversificare i ruoli ed i compiti che gli elettori hanno consegnato al centrosinistra qualche mese fa. La situazione delicata vissuta dalla nostra città, sotto l'aspetto economico in primis ma anche sotto il profilo sociale, infrastrutturale ed occupazionale, non può lasciare spazio ad ulteriori battaglie mediatiche e politiche: serve che chi si è proposto alla cittadinanza per risolvere tali problematiche le affronti e le risolva, altrimenti se ne ritorni a casa. Sullo stato delle opere del "Decreto Reggio" quel che si omette (artatamente) è che gli ultimi due anni di commissariamento hanno completamente paralizzato il normale iter esecutivo di quanto progettato in passato (tutte quelle opere, insomma, che Falcomatà e la sua Giunta potranno inaugurare a breve....), a causa della mancanza del funzionario delegato nominato dal Ministero e dall'assoluta mancanza di volontà da parte dei commissari mandati dalla "kantiana" Cancellieri di procedere alla risoluzione di quegli impedimenti che bloccavano le opere. Anche la difficilissima questione relativa al pignoramento menzionato dal Sindaco non solo non è stato reso noto ma non è stato minimamente affrontato dalla triade per ricercare possibili soluzioni.

Queste motivazioni, comunque, non possono esonerare Renzi e i suoi compagni dall'utilizzare un simile e penalizzante trattamento a scapito di Reggio. La debolezza della nostra classe parlamentare che ha permesso tutto ciò senza batter ciglio, l'approssimazione di una Giunta comunale che continua a scaricare le proprie responsabilità – concludono – testimonia l'assoluta mancanza di una leadership reggina capace di imporsi a Roma e nemmeno a Catanzaro con la fortissima paura che i reggini siano costretti ad assistere ad un'ulteriore regressione della città".