Estorsione alla "Devin": condannato in appello il boss di Rizziconi, Teodoro Crea

inzitaripasqualeLa Corte d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Tommasina Cotroneo, ha condannato a 8 anni di reclusione il boss di Rizziconi Teodoro Crea, detto il "Toro", nell'ambito del processo "Devin". Oltre al vecchio patriarca, la Corte ha condannato anche i suoi figli, Domenico e Giuseppe Crea, puniti con 7 anni di reclusione ciascuno. Le vicende sono sempre quelle che ruotano attorno alle figure degli imprenditori Rosario Vasta e Ferdinando De Marte, nonché il politico-imprenditore Pasquale Inzitari, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione denominata "Saline" condotta dalla DIA, poiché ritenuto legato prima alla cosca Crea e poi a quella dei Mammoliti-Rugolo, entrambe operanti a Rizziconi. Da quelle indagini emergerà che Inzitari aveva svolto un ruolo di imprenditore di riferimento per le cosche, in particolare nella costruzione del centro commerciale "Porto degli Ulivi", realizzato a Rizziconi dalla società "Devin" di cui Inzitari era il dominus.

L'imprenditore avrebbe stretto un accordo con la cosca Crea per l'acquisto dei terreni a cui faceva seguito il cambio di destinazione d'uso grazie ad una delibera ad hoc fatta approvare da Inzitari dal consiglio comunale di Rizziconi. La proprietà dei terreni è poi passata a Inzitari, attraverso la "Devin", che dopo la costruzione ha ceduto il centro alla "Credit Suisse".

Una vicenda assai torbida in cui avrà un luogo anche l'imprenditore Antonino Princi, cognato di Inzitari e fatto saltare in aria con la propria autovettura a Gioia Tauro.

I Crea rispondevano dell'estorsione ai danni della "Devin", composta dal gruppo De Marte-Vasta-Inzitari, la società che ha realizzato il grande centro commerciale "Porto degli Ulivi". Per l'accusa il gruppo criminale avrebbe fatto pagare a prezzi maggiorati il terreno per mascherare la presunta tangente: "Ho ricevuto una richiesta estorsiva dai Crea per il Porto degli Ulivi. Mi chiamarono e dopo il secondo incontro andai a denunciare tutto alla Dda insieme agli altri soci. Abbiamo acquistato dei terreni per la realizzazione del centro, uno intestato a Giuseppe Crea l'altro a Immacolata Catananti, cognata di Teodoro Crea, e un altro intestato ad Antonino Crea. Abbiamo pagato nel 2000, tre miliardi. Tutto è stato saldato 2004. A fine 2004 ci hanno convocato e tramite un foglietto ci hanno chiesto di pagare 800mila euro e questa è una richiesta estorsiva" dirà in aula Inzitari nel novembre 2014.