Salti mortali per assicurare la giustizia penale nel distretto di Reggio Calabria

palmitribunaleCon riferimento alla giurisdizione penale, va subito evidenziato come le carenze di organico e le numerosissime incompatibilità (determinate, in maniera particolare, dai diversi riti prescelti dagli imputati), rendono estremamente difficile la composizione dei collegi penali. Si è costretti, pertanto, a ricorrere a continue applicazioni endodistrettuali (soprattutto in favore del Tribunale per i Minorenni, Ufficio composto, di per sé, già da pochi giudici). Per quanto attiene al Tribunale di Palmi, i procedimenti pendenti alla data del 1° luglio 2013 erano 4.418;

Ø nel periodo in considerazione ne sono pervenuti n. 1.923 e ne sono stati definiti n. 1.202;

Ø alla data del 30 giugno 2014 erano dunque pendenti 5.139 procedimenti.

Vi è stato, dunque, un forte incremento sia delle sopravvenienze che delle pendenze rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (1 luglio 2012/30 giugno 2013), nel quale risultavano pervenuti n. 1.414 nuovi processi e pendenti n. 2.474. Occorre, però, considerare che dal mese di settembre 2013, a seguito della soppressione della sezione distaccata di Cinquefrondi, tutti i processi già pendenti e quelli di nuova iscrizione vengono trattati presso la sede centrale (e ormai unica) del Tribunale. L'andamento degli affari della Sezione di Corte d'Assise presso quel Tribunale ha registrato nell'anno 2013 un incremento esponenziale. Dai prospetti analitici si rileva che nel periodo di riferimento (1 luglio 2013/30 giugno 2014) sono sopravvenuti n.7 processi, che vedono tutti elevate imputazioni per omicidio volontario – ad eccezione del procedimento nei confronti di Pititto Antonio, imputato del reato di riduzione in schiavitù – nei confronti di imputati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere, ad eccezione del procedimento nei confronti di Strano Michele e di quello nei confronti di Pititto Antonio, entrambi processati in libertà. Si rileva pertanto un incremento di iscrizioni rispetto all'anno precedente, allorquando, nel corrispondente periodo, erano sopravvenuti n. 5 processi. A fronte dell'aumento delle iscrizioni si è rilevato un aumento delle definizioni che nel periodo corrispondono a n. 7 sentenze, a fronte di n.1 sentenza nel periodo corrispondente pregresso.

Per quel che riguarda il Tribunale di Locri, si rileva che malgrado l'impegno dei magistrati e del personale amministrativo, le sezioni, tranne quella di Corte di Assise, hanno registrato nel periodo in esame un aumento delle loro pendenze, cosa dipesa dalla, a volte, notevole complessità di vari processi, che ha richiesto mediamente tempi lunghi per la relativa definizione. L'andamento degli affari della Sezione di Corte di Assise è di fatto rimasto stabile rispetto all'anno precedente, anzi s'è registrato un decremento delle pendenze. Rispetto all'anno precedete le pendenze dei processi di competenza del Collegio hanno registrato un incremento di poco superiore al 27% (alla data del 30/6/2013 le pendenze erano, infatti, 73), cosa ascrivibile anche al fatto che un discreto numero (circa un terzo) sono processi di provenienza D.D.A., i quali normalmente riguardano molti imputati, di cui la gran parte in regime di custodia cautelare. Ma al riguardo va considerata pure la recente tendenza a recuperare il rito dibattimentale ordinario rispetto ai riti alternativi che negli ultimi anni avevano invece goduto del favore delle Difese. In relazione ai processi di competenza del giudice monocratico l'incremento è stato di poco inferiore al 34% (alla data del 30/6/2013 erano pendenti 915 processi di competenza monocratica alla Sezione distaccata di Siderno e 921 presso la sede centrale, e quindi complessivamente 1.836).

Tribunale di Reggio Calabria: "l'attività svolta dal settore penale dimostra emblematicamente quanto l'impegno straordinario profuso da magistrati e personale di cancelleria consenta il raggiungimento di importanti risultati, malgrado l'inadeguatezza numerica delle risorse a disposizione" si legge nella relazione d'inaugurazione dell'anno giudiziario. Pur in presenza di gravissime scoperture di un organico già largamente insufficiente, infatti, la sezione gip-gup e quella dibattimentale riescono a definire procedimenti di grande rilevanza sociale, assicurando una risposta giurisdizionale su fatti di grande rilievo per l'intera comunità. La sezione gip-gup, intanto, pur non avendo mai potuto giovarsi di più di 10 dei 12 magistrati previsti, ha evaso un assai elevato numero di richieste cautelari personali (616) in procedimenti di competenza della DDA, con un forte incremento negli ultimi mesi (nel solo periodo dall'aprile al settembre 2014 sono state emesse ordinanze cautelari per circa 400 imputati per la maggior parte di competenza distrettuale). Ad esse vanno aggiunte 745 ordinanze di misure cautelari reali, 10.962 provvedimenti di convalida di intercettazioni e 2073 provvedimenti di autorizzazione al ritardato deposito. In sede gup, poi, sono state pronunciate 705 sentenze, di cui 138 in esito a giudizio abbreviato. Sono state, infine, tenute 882 udienze. Grazie a tale imponente mole di lavoro, cui tra gli altri vanno aggiunti 1869 decreti di archiviazione, malgrado si siano dovute assicurare le necessarie priorità, si è riusciti ad abbattere il numero dei procedimenti contro noti, che in un solo anno sono passati da 9552 a 6526, in conseguenza della definizione di 6411 procedimenti a fronte di 3385 nuove iscrizioni.

La sezione dibattimentale, composta da nove magistrati (il presidente ed otto giudici), ha dovuto affrontare un carico enorme di procedimenti, che al 30 giugno 2013 ammontavano a 250 di competenza collegiale, di cui 50 di criminalità organizzata con 37 maxi-procedimenti (ognuno con un numero di imputati superiore a 10) e 5018 di competenza monocratica. E' stato pertanto necessario in più occasioni, in conseguenza anche del regime delle incompatibilità, integrare il collegio con magistrati di altre sezioni; e contemporaneamente si è dovuto far stabile ricorso ai G.O.T. per la trattazione di procedimenti monocratici non riservati ai giudici togati. "L'encomiabile sforzo profuso dai magistrati e dal personale di cancelleria, che giornalmente protraggono le udienze (anche cinque al giorno!) fino alle ore serali, ha consentito nel periodo in esame di abbassare a 240 la pendenza dei procedimenti di competenza collegiale, e di definire ben 12 processi DDA, di cui 7 maxi (procedimenti c.d. Epilogo, Leone, Alta Tensione, Reggio Sud, Meta, Lo Giudice, e Metropolis), mentre altri due (procedimenti c.d. Archi-Astrea e Barchetta) sono stati definiti rispettivamente a luglio e ad agosto 2014. Nello stesso anno sono stati portati avanti numerosi altri maxi-procedimenti per reati di criminalità organizzata, prossimi ormai a definizione (tra gli altri, i procedimenti c.d. Reggio Nord, Sistema e Assenzio, Alba di Scilla, Alta Tensione 2, Leonia)" è scritto ancora nella relazione. La sezione del riesame, ridotta da lunghi mesi a quattro dei cinque magistrati previsti, ha visto aumentare le pendenze sia dei riesami personali che degli appelli, passati rispettivamente da 8 a 26 e da 300 a 419. Ciò è dovuto, per gli appelli, sia alla scopertura dell'organico, sia all'incremento delle sopravvenienze, verosimilmente connesso soprattutto ad alcuni interventi normativi finalizzati a ridurre l'applicabilità della custodia carceraria. Infine, le pendenze dei riesami reali sono diminuite da 26 a 10, mentre aumentano a 28 dai precedenti 26 gli appelli reali. E' continuato l'impegno della sezione di prevenzione nel contrasto anche patrimoniale della criminalità organizzata. Nel periodo in esame, infatti, sono stati emessi 66 decreti di sequestro, alcuni dei quali particolarmente complessi in quanto inerenti ad aziende e beni immobili di rilevante valore, e ciò ha contribuito a confermare tale sezione tra le prime in Italia per valore dei beni in gestione. Encomiabile è poi il contrasto della criminalità organizzata in sede di prevenzione, in quanto l'apposita Sezione del Tribunale si attesta al secondo posto in Italia per valore dei beni sequestrati o confiscati in gestione. Le carenze del personale amministrativo, esistenti presso tutti gli uffici del distretto, e la impossibilità di far ricorso al lavoro straordinario (per mancanza delle necessarie disponibilità economiche) incidono notevolmente sulla rapida definizione dei procedimenti ed incidono, altresì, negativamente, sull'orario di inizio e chiusura delle udienze. Dall'esame della situazione, come evidenziata, emerge purtroppo, un generale aumento delle pendenze in tutti gli uffici del Distretto attesa la sopravvenienza di un considerevole numero di procedimenti, molti dei quali relativi a maxioperazioni per reati associativi, per estorsione, che interessano le Sezioni GIP-GUP – Dibattimentale e di Prevenzione nonché per quelli previsti dall‟art.12 quinquies del d.l.vo 306/92 (che colpisce il tentativo di sottrazione di beni rispetto a provvedimenti ablativi conseguenti all'applicazione di misure patrimoniali), e per i reati contro la pubblica amministrazione. La situazione di difficoltà come sopra descritta viene ad accentuarsi in conseguenza delle carenze di organico, sia di magistrati che di personale amministrativo, organico assolutamente insufficiente a far fronte alle numerose iniziative adottate dalle varie Procure della Repubblica ed, in particolare, dalla locale Procura Distrettuale Antimafia impegnata incessantemente in operazioni contro la criminalità organizzata. Per quanto concerne la situazione della Corte d'Appello, l'aumento della pendenza del settore penale è ascrivibile alla sopravvenienza di numerosi maxi-processi definiti in primo grado (per la massima parte con il rito abbreviato) dai vari Tribunali del distretto. Ne consegue che i magistrati addetti a tale settore sono costretti ad un continuo tour de force per dare una rapida risposta alla cittadinanza attesi i capi di imputazione di notevole allarme sociale, e per evitare inammissibili estinzioni.