Riunito il Consiglio Generale della Cisl reggina

Nei giorni scorsi ha avuto luogo, nei locali della Cisl di Reggio Calabria, il Consiglio generale, presieduto nella circostanza dal seg. reg.le Paolo Tramonti.

Nel corso della relazione introduttiva il seg. generale della Cisl reggina, Domenico Serranò, si è soffermato sulle molteplici emergenze che tormentano il Paese, con evidenti riverberi negativi su quei territori con i "fondamentali" già abbastanza precari, Sud in primis.

Il dirigente cislino ha ricordato le parole del seg. nazionale Anna Furlan: "o il paese riparte dal Sud o non si riparte ".

La manifestazione del 3 dicembre in quel di Napoli, promossa insieme alle consorelle di Firenze e Milano, è servita, tra le altre cose, per cercare di riportare nell'agenda del governo nazionale le ataviche emergenze meridionali: la costante emorragia di posti di lavoro, l'emigrazione, la povertà, la scarsa capacità di spesa dei fondi comunitari.

"L'inversione di rotta per i nostri territori chiama necessariamente in causa anche gli Enti locali, regione in modo particolare. Il nuovo corso regionale e quello prettamente locale, alludiamo alla neonata città metropolitana, sono chiamati a porre in essere chiari ed evidenti segnali di discontinuità su tutti o quasi i fronti. La comune appartenenza politica può e deve facilitare la risoluzione di annosi problemi e di vicende in fieri". Sono intervenuti al dibattito Giuseppe Larizza (segretario gen. FIT CISL), Pino Neve (FAI), Antonino Botta (segretario gen. FILCA CISL), Romolo Piscioneri (segretario gen. FAI CISL), Pino Pitarella (FNP) e Salvatore Cantarella (INAS).

Tutti concordi nello stigmatizzare la mancanza di progetti organici attraverso cui uscire dalle secche, ma consapevoli che solo ricercando il confronto scevro da personalismi sarà possibile gettare le basi per il rilancio.

La relazione finale è stata affidata al seg. reg.le.

Paolo Tramonti ha evidenziato le luci e le ombre del Jobs Act, per cui sarà necessario un surplus di attenzione nella stesura dei successivi provvedimenti, così come le note dolens della legge di stabilità nella parte in cui non incide a dovere sullo sviluppo del paese, il fisco, la previdenza, i tagli ai patronati, rivendicando il ruolo non solo di "sentinella" dei corpi intermedi.

Fondi comunitari, lavoro, sociale, sanità, rappresentano le emergenze regionale cui il nuovo corso è chiamato a dare soluzioni definitive.

Per la punta dello stivale, il dirigente cislino vede nella neonata città metropolitana lo strumento snello attraverso cui ripartire.