Aeroporto dello Stretto, i vertici dell'Ugl chiedono dimissioni del Presidente Porcino.

"Riapriamo il dialogo sull'Aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, con cui censuriamo pesantemente la gestione facile portata avanti, in tutto questo tempo dalla SOGAS, con il benestare della politica e il consenso di alcuni esponenti della nostra stessa struttura sindacale".
A parlare sono il segretario regionale Ugl, Giovanni Andricciola, ed il segretario provinciale Andrea Foti, i quali intendono delegittimare in toto la mala gestione dell'Aeroporto di Reggio Calabria, chiedendo inoltre a gran voce le dimissioni del Presidente Carlo Alberto Porcino, nonché di tutto il c.d.a.
"Alla fine del percorso di allegra consumazione – continuano i due - sono spuntate le dolenti note che, come una spada di Damocle sono precipitate in testa ai lavoratori nella minaccia di perdita di posto di lavoro di un certo numero di operatori aeroportuali della società Handling. Avevamo già evidenziato il pericolo di un disfacimento sociale pilotato, rispondendo ad un articolo e nota del signor Porcino Carlo Alberto, che minacciava il crollo dello scalo e innumerevoli disastri apocalittici, a quella costruzione funerea, consegnata alla stampa come scenografia di un thriller a tinte fosche, avevamo sollecitato un serio intervento delle diverse autorità, spingendoli ad agire non più a parole ma con i fatti, per conoscere finalmente la reale situazione patrimoniale delle ente di gestione che, comunque era ed è un bene pubblico al servizio della collettività. Amaramente abbiano notato che non c'è stato alcun seguito, forse perché tutti troppo impegnati alla corsa elettorale per la poltrona comunale e per gli scanni regionali, sta di fatto che il silenzio ha proseguito fino ad oggi, quando con un gesto abbastanza scontato e forse anche calcolato, alcuni lavoratori hanno occupato la Presidenza della società, la cui porta, sospettiamo, è stata spalancata dallo stesso presidente, su questo lasciamo a chi legge le considerazioni del caso"
. Spontaneità di lotta o azione controllata e manovrata da un vertice che ha un solo interesse, ovvero quello personale e di potere? Anche su questo, secondo i vertici dell'Ugl, la risposta va ricercata nei meandri di un sistema che ha giocato e goduto dei favori del clientelarismo e del nepotismo più becero.
"Oggi è arrivato il momento del "piazza pulita" delle mele marce e delle loro radici infette – concludono Andricciola e Foti -, tra cui quegli stessi esponenti sindacali "deviati" che hanno apertamente tradito i principini del sociale collettivo. Bisogna accelerare l'attimo di un cambio che possa portare la società fuori dalle righe in "rosso" del passivo galoppante. Riteniamo che forse non è troppo tardi per salvare il salvabile e garantire la continuità lavorativa ai dipendenti della SOGAS gettati impropriamente sulla bilancia del ricatto e usati come strumenti di coercizione".
Ma per farlo, l'Ugl chiede con fermezza, oltre alle dimissioni Del Presidente Porcino e del c.d.a., l'intervento tempestivo dell'ufficio provinciale del lavoro, in modo da verificare le reali potenzialità occupazionali del Tito Minniti, e dell'autorità giudiziaria della Finanza, che verifichi conti, spese e gestioni amministrativa. Il comunicato si chiude con un invito alla politica per un impegno nei confronti dello scalo aeroportuale reggino.
"Non esistono altre vie, salvo, alla fine di uno strano e abulico percorso, il dramma del ricorso al commissariamento della struttura. Ma il "Tito Minniti", decano degli aeroporti calabri, non può e non deve finire così miseramente, la sua storia deve essere rilanciata al futuro nel nome del modernismo di una Calabria che vuole essere protagonista del tempo".