Reggio, minacciarono attivisti antimafia: citazione in giudizio per due persone

reggiocalabria cedirIl sostituto procuratore di Reggio Calabria, Matteo Centini, ha disposto la citazione diretta in giudizio nei confronti di Francesco Sbano e Demetrio Siclari accusati di minacce nei confronti di componenti e attivisti del Museo della 'ndrangheta (oggi Osservatorio sulla 'ndrangheta). La vicenda è assai particolare: nel maggio 2012 i due si sarebbero presentati presso la sede del Museo, a Croce Valanidi, dichiarandosi "autore" e "manager-produttore" dei cd "I canti di malavita" per chiedere maggiori informazioni sull'utilizzo che il Museo della 'ndrangheta fa delle canzoni all'interno di laboratori didattici per lo studio del linguaggio della 'ndrangheta, rivendicando esplicitamente i propri diritti d'autore per l'uso delle loro opere. "Sangu chiama sangu", "I cunfi renti", "Omertà", "Cu sgarra paga", "Appartegnu all'onorata", "Ergastulanu", "Mafia leggi d'onuri". Sono solo alcuni dei titoli di un genere musicale assai particolare.

A denunciare l'accaduto, diversi mesi fa, sarà lo stesso coordinatore dell'Osservatorio sulla 'ndrangheta, Claudio La Camera: Sbano e Siclari si sarebbero rivolti ai collaboratori del Museo con tono offensivo e minaccioso, chiedendo di visionare il materiale che La Camera e i suoi colleghi utilizzerebbero per spiegare agli studenti il fenomeno 'ndrangheta. Da anni, infatti, il Museo della 'ndrangheta si impegna in incontri, anche nelle scuole, per spiegare agli studenti dinamiche e pericolosità sociale del fenomeno 'ndrangheta. Incontri svolti con i più giovani anche per analizzare i vari aspetti della canzone di malavita, del linguaggio utilizzato e di come la mafia strumentalizza la musica popolare per mitizzare i suoi capi e per esaltarne le gesta.

Nel proprio esposto, La Camera cita anche alcune frasi che uno dei due personaggi denunciati avrebbe rivolto ai collaboratori del Museo: "Siete d'accordo con quella [...] di Francesca Viscone?...quella [...]! Ci state causando un sacco di danni. In Germania, in tutto il mondo i nostri concerti sono acclamati, proiezioni e concerti nei più grandi teatri... grosse orchestre..". Il riferimento è alla giornalista Francesca Viscone, che ai "canti di malavita" dedicherà alcuni articoli, raccontando, in particolare, come la Germania fosse stata "stregata" dai canti di 'ndrangheta, soprattutto dopo la strage di Duisburg, che nel giorno di Ferragosto 2007 porterà la Calabria su tutti gli organi di informazione del mondo. Un giudizio critico, sui "canti di malavita", che avrebbe indotto Sbano e Siclari a effettuare un blitz presso la sede dell'allora Museo della 'ndrangheta. I due giovani collaboratori del Museo avrebbero dunque invitato Sbano e Siclari a rivolgersi a La Camera per iscritto. Qui, a detta dell'esposto del Museo della 'ndrangheta, i due sarebbero andati in escandescenze, lasciandosi sfuggire anche delle bestemmie: "Vi siete informati su di me? – avrebbe detto Sbano ai collaboratori - E tu saresti un musicista? Incompetente! Non sai cosa ti aspetta!".

Secondo la ricostruzione svolta da La Camera e affidata ai magistrati di Reggio Calabria per le opportune verifiche, le richieste di Sbano avrebbero fatto riferimento alla circostanza che nel corso dei laboratori sarebbe citata la canzone "Non c'è perdunu" come esempio di esaltazione dei valori mafiosi. I due imputati sono stati citati in giudizio davanti al Tribunale Monocratico di Reggio Calabria per il 26 febbraio 2015.