'Ndrangheta, Gianfranco Turano racconta il suo libro "Contrada Armacà"

Il romanzo di un tradimento. "Quella che si chiama trattativa in Sicilia e in Campania, in Calabria è stato un accordo armonioso tra la 'ndrangheta e la classe dirigente, privata e pubblica, alle spalle dei cittadini comuni", racconta Gianfrancesco Turano autore di Contrada Armacà (Edizioni Chiare Lettere, 320 pagine, euro 16,90). Ed è intorno a questa affermazione che si dipana la trama del volume. Ed emergono i vari personaggi. "Come Demetrio Malara, professione di educazione fisica in pensione, che ha perso il figlio quindicenne durante la seconda guerra di 'ndrangheta (1985-1991). Vent'anni dopo, ammazzano anche suo nipote, parrucchiere, confidente e forse prestanome del braccio destro del sindaco al Comune di Reggio Calabria - narra Turano -. Al funerale, Malara incontra un ex compagno del figlio, ormai trentacinquenne". Ed è qui fa il suo ingresso nel palcoscenico letterario ad incastro un altro personaggio. "Fortunato Amato, avvocato riconvertito nell'industria di matrimoni e cresime, - racconta l'autore del libro - iscritto a ogni possibile associazione segreta della città pur di entrare in contatto con le persone influenti". E così in una serie di peripezie che inchiodano il lettore alle pagine "il vecchio riesce a trascinare il giovane nella ricerca di una verità che, dal fatto di cronaca nera, si allarga fino a toccare il nocciolo delle relazioni fra Stato e crimine organizzato arrivando - precisa Turano - agli equilibri della politica nazionale e ai rapporti sullo scacchiere del Mediterraneo, con il porto di Gioia Tauro che svolge un ruolo chiave nel traffico d'armi e nelle rivoluzioni fra Nordafrica e Medioriente". Su un'impronta di romanzo picaresco, la coppia "concluderà in modo drammatico - chiosa - il suo viaggio dopo avere attraversato le illusioni del modello Reggio e le collusioni di chi dovrebbe combattere le 'ndrine ma le usa per fare carriera". L'epicentro fisico e simbolico di queste tenebre è in una zona, Contrada Armacà, al confine tra i lidi delle villeggiature borghesi e i quartieri ghetto. "È lì che la 'ndrangheta, - afferma lo scrittore - in pochi decenni a partire dei moti per Reggio capoluogo del 1970-1971, si è trasformata da guapperia di contrabbandieri in potenza internazionale". La narrativa del romanzo di Turano, inviato speciale dell'Espresso, si alterna con interventi di personaggi reali, magistrati e poliziotti. La maggior parte di loro ha voluto esprimersi dietro garanzia di anonimato.