Reggio, i fratelli Zindato condannati anche nell’appello-bis del processo “Alta tensione”

reggiocalabria corte appelloNuova condanna per i fratelli Francesco e Gaetano Andrea Zindato nell'appello bis del processo "Alta tensione". Francesco Zindato, detto "Checco", è stato condannato a 16 anni e 2 mesi di reclusione, mentre Gaetano Andrea a 12 anni e 4 mesi: i due sono stati condannati per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Sono considerati due uomini di peso – nonostante la giovane età – all'interno dell'omonima cosca di 'ndrangheta egemone nel quartiere Ciccarello di Reggio Calabria.

A disporre la nuova condanna è stata la Corte d'Assise d'Appello presieduta da Roberto Lucisano. Il processo era tornato presso il Tribunale di Piazza Castello dopo un annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte di Cassazione per un ricalcolo delle pene.

Già nel primo procedimento d'appello, infatti, i due fratelli erano stati condannati: 16 anni e 8 mesi erano stati disposti per Checco Zindato e 13 anni e 9 mesi per Gaetano Andrea. Adesso, il leggero "sconto" di pena è dovuto all'esclusione delle aggravanti mafiose per il reato di intestazione fittizia di beni.

Il procedimento è tornato in Corte d'Assise d'Appello perché originariamente Checco Zindato era accusato anche dell'omicidio del rivale in amore, Giuseppe Lauteta. Un'accusa che – dopo la condanna di primo grado – era già caduta, diventando poi assoluzione definitiva.