Reggio, tentata estorsione e sequestro di persona: tre arresti

Morabito 1Sono accusati di tentata estorsione, di sequestro di persona a scopo di estorsione, di lesioni personali, di violenza privata ed altri reati. È nato tutto da una denuncia raccolta in piena notte dai Carabinieri della Stazione di Ortì. Un uomo in preda alla disperazione che, non sapendo più cosa fare e temendo per la propria incolumità fisica, ha chiamato il 112, mettendosi subito in contatto con la Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria. raccontando di essere vittima di alcuni, gravi, episodi estorsivi. Ed è stato così che nel giro di 24 ore, sono stati arrestati in flagranza di reato i fratelli Morabito, Francesco e Girolamo, rispettivamente cl. 77 e 86, ritenuti responsabili dei reato di tentata estorsione aggravata. Inoltre, l'azione dei Carabinieri ha permesso di documentare che un incontro organizzato dagli aguzzini, con il fine di estorcere l'ennesima somma di denaro al povero malcapitato, aveva partecipato anche una terza persona poi allontanatasi. Si tratta di Giovanni Panzera cl. 68, nei confronti del quale la Procura della Repubblica ha emesso poche ore dopo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, assicurando così alla giustizia l'intero gruppo criminale. Si è accertato che la vittima è stata obbligata a cedere delle somme di denaro ai propri aguzzini, alla luce di un 'attività di intermediazione con un ipotetico acquirente romano, per la compravendita di un immobile di proprietà della vittima non andata a buon fine. I due fratelli hanno costretto il malcapitato a seguirli sotto minaccia, lo hanno trattenuto il malcapitato presso la propria abitazione nella notte precedente le operazioni di prelievo del contante, sottoponendolo a sevizie e maltrattamenti ed obbligandolo a recarsi con loro presso gli istituti bancari per ritirare le somme di denaro richieste. L'intervento risolutivo si è concretizzato alla fermata dell'autobus di Terreti, ove i Carabinieri, dopo un lungo servizio di osservazione e pedinamento, hanno fermato i Morabito, trovati incompagnia della vittima dopo essersi recati per l'ennesima volta presso un istituto di credito del centro città per ritirare il denaro. La vittima, in pochi più di 5 mesi, aveva prosciugato tutti i suoi risparmi, arrivando a prelevarli addirittura dalla pensione della madre. In altri casi, lo stesso era stato anche malmenato, così come avvenuto qualche ora prima della chiamata al 112, quando era stato refertato con una prognosi di 7 giorni dopo aver ricevuto diversi pugni. Nel corso dell'attività è anche stato accertato che i rei hanno costretto lo sfortunato a fissare il domicilio della sua corrispondenza presso la loro abitazione, potendo così tenere sotto controllo il suo flusso epistolare. Tutti e tre i provvedimenti cautelari sono stati convalidati dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, che ha confermato l'applicazione della custodia cautelare in carcere dei rei presso la Casa Circondariale di Arghillà.