Reggini che odiano le donne, l'intervento dello Psicoterapeuta Laganà: "Ma le donne che domande si sono fatte?"

"Carissimo Direttore, prendo spunto dal confronto avviato dall'interessante articolo di Isidoro Malvarosa pubblicato sul suo giornale per aggiungere la mia opinione sul tema.
Le riflessioni contenute sia nell'articolo di Malvarosa che della Cusumano e della Cirella analizzano in modo stimolante diversi livelli: culturale, politico, giuridico". Lo afferma lo Psicoterapeuta Giuseppe Laganà.

"Forse c'è un aspetto che andrebbe ulteriormente approfondito: quali sono state le altre motivazioni che hanno impedito ad un gran numero di elettrici reggine di "rischiare" su loro stesse e sulle candidate.
Viene scritto che una buona parte delle candidate hanno sbagliato approccio alla campagna elettorale, che molte elettrici non hanno capito, che le donne che non votano le donne è una banalità e che per uscire da questa situazione occorre un difficile e lunghissimo "lavoro culturale" per combattere tra l'altro il maschilismo becero. Tutto vero. In parte.
Infatti, una domanda voglio porre a partire da un'affermazione necessaria: dal mio punto di vista, culturale non equivale solo a ciò che prima non sapevo e ora so. Comprende molto altro. Ad esempio queste ineludibili domande: nell'arricchimento della mia soggettività che valore attribuisco all'impegno nel sociale e nel politico? Sono ambiti da cui tenersi alla larga o starci dentro con passione e competenze aiuta a realizzare in pienezza il mio stare al mondo? La vita è fatta di quotidianità, anche di routine ( e soprattutto le donne sanno quanto questo incida sull'uso del tempo e non solo), e poi prevede appuntamenti come le elezioni in cui siamo chiamati, anzi abbiamo il diritto/dovere di scegliere dentro quel "sacrario inviolabile" che è la cabina elettorale; dove, comunque la si pensi, si è soli con sé stessi, chiamati a fare sintesi di valori, speranze a aspettative. Là dentro quanti di noi riescono ad essere persone autonome e pensanti e non "mogli di..." "madri di..", "parenti di..." "amici di..." ?
La mia curiosità è questa: che domande si sono fatte soprattutto le donne ascoltando altre donne? Che pensieri hanno suscitato gli incontri, le proposte? Allora, in questo specifico caso siano le donne ad intensificare il confronto, schietto, duro,senza alibi, a "sciogliere le vele" perché una Città che su 32 consiglieri ne elegge soltanto 2 (forse una) ha urgentemente bisogno di prendere sufficiente consapevolezza che si è persa un'occasione e che le trasformazioni sia personali che collettive richiedono innanzitutto un duro lavoro su di sé a partire da domande scomode. E purtroppo non sempre siamo disposti a farlo, perché questo comporta confrontarsi con le proprie resistenze al cambiamento positivo. Allora, c'è qualcosa che uomini e donne possono reciprocamente scambiarsi perché non si ripeta quanto accaduto?".