Reggio, la posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Riforme lontane da rivoluzione che servirebbe”

riunioneanmUn incontro pubblico prodromico all'assemblea generale del 9 novembre. L'Associazione Nazionale Magistrati di Reggio Calabria a confronto. Proprio in un periodo caldo nell'agone eterno tra politica e toghe. Non più Silvio Berlusconi come acerrimo nemico, ma quello che per molti analisti sembra essere il suo figlioccio, il primo ministro Matteo Renzi. "Le riforme della magistratura sono lontane dalle rivoluzione che dovrebbe restituire alla giustizia piena efficienza" dicono all'unisono Cinzia Barilla presidente della sezionale dell'Anm di Reggio Calabria; Adriana Trapani, segretario sezionale dell'Anm di Reggio Calabria; Elisabetta Palumbo, presidente del tribunale civile di Locri e Filippo Leonardo, presidente del tribunale del riesame di Reggio Calabria. Nel corso dell'incontro è stato letto il documento elaborato dalla giunta esecutiva centrale. "La magistratura associata non intende farsi trascinare sul piano dello scontro sindacale – si evidenzia – che mal si concilia con la specificità della funzione giudiziaria". Secondo i magistrati "La giurisdizione va tenuta indenne dai rischi di burocratizzazione e salvaguardata come funzione di rango costituzionale nelle sue caratteristiche di autonomia e di autorganizzazione".

A sottolineare le difficoltà con cui i magistrati operano in un distretto delicato come quello reggino, anche il presidente della sezione Gip/Gup, Olga Tarzia, e il presidente della Corte d'Assise d'Appello, Roberto Lucisano. Tutti a sottolineare la carenza di magistrati giudicanti, soprattutto se rapportati al numero di pubblici ministeri e alla richiesta di giustizia che il territorio desidera. A fronte del fatto che "la magistratura italiana ha sempre mostrato maturità – si spiega nel documento – senso di responsabilità, forte condivisione etica. Noi vogliamo discutere il nostro ruolo e del nostro stato giuridico perché sappiamo che esso è presidio della dignità della nostra funzione".

Inoltre, recentemente la giunta sezionale dell'ANM di Reggio Calabria, con la partecipazione dei colleghi del Distretto, aveva deliberato un documento che ha dimostrato la compattezza della categoria in merito ad alcune tematiche non solo importanti per la giustizia, ma per l'intera collettività. Un documento in cui si è deliberato ad esempio di "confutare con forza il sillogismo che sembra potersi trarre dalle iniziative governative volte a ridurre il periodo di sospensione feriale ed il numero di ferie spettanti ai magistrati, fondato sull'equazione "meno ferie = meno arretrato", che evoca l'idea che l' "arretrato" della Giustizia ed i ritardi o disfunzionamenti del sistema giudiziario, nel suo modello operativo attuale, siano in qualche modo da imputarsi al godimento delle ferie da parte dei magistrati".

Piante organiche inadeguate a smaltire la mole immensa di lavoro offerto da un territorio infestato dalla criminalità organizzata. Piante organiche comunque incomplete che spingono i giudici, talvolta, a dei veri e propri salti mortali per assicurare il corretto esercizio della giurisdizione. A tal proposito: "Chiediamo strutture adeguate, condizioni di lavoro decoroso, investimenti nell'informazione e nell'informatizzazione del sistema – e concludono – su questo e sulle buone riforme noi chiediamo alle altre istituzioni un impegno formale"

Un pensiero, infine, i magistrati lo dedicano anche al personale delle cancellerie, che subisce, ancor più dei magistrati talvolta, il peso della giustizia, anche alla luce delle ristrettezze numeriche: "Un lavoro svolto con dedizione, professionalità e molte delle volte ad adempio quando si tratta di straordinari, non retribuito. Senza queste professionalità il lavoro di magistrato non si potrebbe svolgere".