Morabito: “Sarò il sindaco della Reggio offesa e vilipesa”

ComizioMorabitoStefanorc24102014di Lavinia Romeo - "Non sarò il sindaco di tutti, ma della Reggio minoritaria, quella che è stata offesa e vilipesa", Stefano Morabito si rivolge a loro, alla parte onesta della città, quella lontana dalle collusioni, dal trasformismo, dal privilegio e dalla raccomandazione.
Il candidato sindaco della Lista "Per un'altra Reggio" conclude a Piazza Camagna la sua campagna elettorale e lo fa rivolgendosi ai suoi avversari, quella classe politica che, nonostante il difficilissimo passato che si porta sulle spalle, è rimasta sorda alle richieste ed alle sofferenze dei cittadini "le risultanze delle indagini della Procura della Repubblica - dice Morabito - ci consegnano la fotografia di una città malata e di una politica ancora più malata, che non si vuole redimere, si stanno presentando liste al Consiglio Regionale della Calabria - continua - che sono infarcite di plurindagati e nessuno che senta il bisogno di avanzare il minimo di critica tra i sostenitori di queste liste".
Morabito per un reale cambiamento di Reggio, vuole ripartire da atti amministrativi concreti: "Vogliamo inceppare il meccanismo del comitato d'affari di questa città che è sempre all'opera, abbiamo offerto alla parte politica che non era implicata nel "modello Reggio" un patto per il cambiamento a partire dalla ripubblicizzazione dei servizi - afferma - e ci hanno voltato le spalle, per inseguire parenti diretti di consiglieri di centro destra dichiarati incandidabili e per imbarcarsi il Partito Repubblicano di Nucara, che era quello stesso parlamentare che generava la compravendita di senatori e parlamentari per conto di Silvio Berlusconi, e per imbarcarsi coloro che hanno provocato disastri in bilancio".
Un sistema, quello della esternalizzazione dei servizi, che secondo il candidato è solo servito alla vecchia classe politica per attuare un sistema clientelare di cui ha beneficiato la 'ndragheta: "Facciamo una battaglia per servizi efficienti a prezzi ragionevoli - dichiara Morabito - e liberiamo quel 25% dei servizi pubblici che è in mano ai privati e restituiamolo alla maggioranza".
Il candidato di "Per un'altra Reggio" fa inoltre un appello affinché si ritorni al merito nella nomina dei dirigenti politici: "Lo staff che accompagnerà il futuro sindaco avrà nomina diretta da parte del primo cittadino, che attingerà al cerchio ristretto dei suoi accompagnatori, questo - afferma Morabito - significa creare un élite di privilegiati, che avrà tutte le carte in regola per vincere i concorsi pubblici, sottraendo il posto a chi non ha santi in paradiso".
Gli altri punti esposti da Morabito, essenziali per far costruire nuove ipotesi di futuro per la città, si concentrano sulla chiarezza sul bilancio e sul principio delle opportunità e pari diritti per tutti, a partire dal diritto più vilipeso, che è quello al lavoro.
Il candidato chiede che si arrivi ad una diversa moralità in politica, mettendo da parte atteggiamenti di interesse ed opportunismo, e su questo punto manda una stoccata all'avversario Falcomatà, il quale, afferma: "Si dichiara vicino ai diritti degli omosessuali ed allo stesso tempo firma accordi con quelle associazioni internazionali collegate con la destra più becera a cui sono collegate le sentinelle in piedi".
Morabito nel suo intervento di chiusura si abbandona ad un ricordo del passato di Reggio Calabria, ricorda gli amministratori che l'hanno resa una grande città, senza mai scendere a compromessi con la 'ndrangheta. Nel passato glorioso di Reggio, Morabito inserisce anche la "primavera" di Italo Falcomatà "il quale - dice - anche se ha commesso degli errori, lo ha fatto in buona fede ed in momenti difficili", ma soprattutto Morabito ricorda il grande sindaco dimenticato Michele Musolino, ed è la sua figura che prende ad esempio quando chiosa: "Non sarò mai il sindaco di tutti, perché non sarò il sindaco degli 'ndranghetisti, né di chi ha vissuto di prebende, ma darò di più a chi ha avuto meno".