Dieci condanne e sette assoluzioni nel processo alla 'ndrangheta di Gallicianò (RC)

reggiocalabria aulabunkerDieci condanne e sette assoluzioni. Questo il verdetto pronunciato dal Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, al termine del giudizio abbreviato del procedimento "El Dorado", celebrato contro la 'ndrangheta della fascia jonica. Il Gup Trapani, dunque, ha accolto l'impianto accusatorio del pm Antonio De Bernardo con riferimento alla posizione di Antonino Casili condannato a sei anni e otto mesi di reclusione, Antonio Nucera (classe 1941) sette anni e quattro mesi, Antonio Nucera (classe 1955) nove anni, Carmelo Nucera (classe 1950) sei anni, Diego Nucera sei anni, Domenico Nucera sette anni e quattro mesi, Francesco Nucera sei anni, Giuseppe Nucera dieci anni, Raffaele Nucera (classe 1963) sei anni, Raffaele Nucera (classe 1973) sei anni di reclusione.

Sono invece stati assolti coloro che rispondevano, tra gli altri reati, di riciclaggio: Carmelo Nucera (classe 1970), Girolamo Zindato, Domenico Foti, Concetto Manti, Roberto Raso, Domenico Vitale (era stato lo stesso pm a chiedere l'assoluzione) e Pietro Rodà. Quest'ultimo, difeso dagli avvocati Antonino Curatola e Domenico Naccari, è stato assolto anche da reato di associazione mafiosa.

Il procedimento nasce da un'operazione eseguita dai Carabinieri con cui verrà colpito il locale di 'ndrangheta di Gallicianò, frazione di Condofuri sotto il profilo geografico e amministrativo, ma secondo la Dda di grande peso nel panorama criminale della provincia di Reggio Calabria. Nel corso dell'attività investigativa, avviata nel settembre del 2009, i Carabinieri avrebbero accertato come nel comune di Condofuri( RC) siano operanti tre locali di 'ndrangheta: Condofuri Marina, San Carlo e Gallicianò. Le indagini avrebbero ulteriormente consentito di confermare e documentare le attività criminali e le sue dinamiche interne, anche attraverso l'assegnazione di cariche e gradi. Le indagini del pm De Bernardo sveleranno anche gli interessi dei clan nella zona di Viterbo. Diverse le ditte sequestrate al momento dell'ordinanza, tra cui, appunto la Vitercalabra. Il Gup Trapani, però, ne ha disposto il dissequestro.

Con la sentenza, il Gup ha però liquidato cinquecentomila euro ciascuno alle parti civili che si erano costituite nel processo: Regione Calabria, Provincia di Reggio Calabria e Comune di Condofuri.