Traffico illecito di rifiuti all’aeroporto dell’Aquila: coinvolto imprenditore reggino

Aquila aeroportoTraffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva. Questi i reati contestati a sei persone, tra cui l'imprenditore reggino Giuseppe Musarella, coinvolte in un'indagine durata diversi mesi, mirata alla verifica delle procedure di smaltimento dei rifiuti. Terra da scavo e macerie edili, provenienti da edifici privati ubicati a L'Aquila, distrutti dal terremoto, venivano smaltite in una discarica abusiva di circa 20 mila metri quadrati in una zona interna all'aeroporto di Preturo, a nord della pista d'atterraggio. Finiti sotto inchiesta oltre il reggino Musarella, amministratore unico della Xpress (azienda che gestisce l'aeroporto), Ignazio Chiaromonte, direttore commerciale della stessa società, l'ingegnere Mario Corridore, dipendente del Comune dell'Aquila, Piero Negrini, socio della Delta Impianti dell'Aquila, Rachele eAntonio Lunari, rappresentanti della Lunari srl di Rieti.

Secondo l'accusa, attraverso dei mezzi pesanti appartenenti alle due ditte, sarebbero stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le autorizzazioni necessarie, ingenti quantitativi di materiale (mattonelle, mattoni, marmi, plastiche, tubi, calcestruzzo, ferro, asfalto) poi uniti a della terra di risulta, all'interno della zona interna all'aeroporto. Sarebbero più di 300 gli scarichi effettuati, con diversi autocarri provenienti dall'Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dagli investigatori. Intanto il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, stanno eseguendo dei decreti di sequestro preventivo (art 321 c.p.p.), emessi dal gip dell'Aquila, Guendalina Buccella, e un decreto di sequestro probatorio di una parte dell'area interna all'aeroporto di proprietà del Comune dell'Aquila, 6 autocarri di proprietà delle due ditte coinvolte nell'inchiesta e i beni nella disponibilità della Xpress s.r.l. confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di 36 mila euro.
Il sequestro preventivo è inoltre finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilità della Xpress, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto corrispondente al risparmio delle spese da sostenere per lo smaltimento lecito, non effettuato, dei rifiuti, e calcolato in 73.000 euro. Il risparmio di spesa per la Xpress ammonta a circa 36.000 euro.