Da Lorenzo Fascì lettera aperta al paese di Santa Venere

Lettera aperta al paese di Santa Venere

Sono stato a Santa Venere. Un pianoro bellissimo in cima alle colline che circondano la città; un posto ideale per viverci se il borgo fosse munito dei servizi essenziali. Ma così non è.

Conosco bene Santa Venere. Per otto anni, durante il mio mandato di Presidente della Circoscrizione XIII^ l'ho frequentato con costanza quasi quotidiana e ho speso tante energie per migliorare la qualità della vita di quei cittadini. Erano anni di speranza. L'Amministrazione Falcomatà, la coalizione di Centro-Sinistra da lui diretta aveva investito molto per avvicinare Santa Venere al centro cittadino. A partire dalla strada e dalla rete fognaria. Se la memoria non mi inganna era previsto un investimento di oltre 3 milioni di euro; mai successo prima.

Abbiamo, come Circoscrizione, difeso con i denti questa previsione di bilancio.

Ed in effetti fino a quando siamo stati al Governo della Circoscrizione le somme erano ancora previste nel bilancio triennale; anzi il primo lotto di 500.000,00 è stato anche realizzato. Poi il nulla. Il paese è ricaduto nel dimenticatoio. O meglio nel dimenticatoio per 364 giorni l'anno meno quello delle varie elezioni che si sono in questi anni succedute; ad ogni elezione gli amministratori della città puntualmente si sono presentati dai cittadini di Santa Venere ed hanno chiesto il voto promettendo di fare quelle ed altre opere. Purtroppo puntualmente il giorno dopo le elezioni le promesse sono state riavvolte nelle nebbie. Oggi i cittadini di Santa Venere non solo non hanno la nuova strada, ma non hanno nemmeno la vecchia.

Se fossi un Giudice darei una condanna esemplare a chi ha governato la città negli ultimi anni (compresi i Commissari che hanno disdegnato di mettere il muso fuori Palazzo San Giorgio): percorrere la strada Gallina-Santa Venere 5 volte al giorno!

Sarebbe come condannarli a passare una settimana sui camion della spedizione Overland in Tanzania. Eppure, i ragazzi di Santa Venere per raggiungere le scuole cittadine devono salire su un pulman che giocoforza deve percorrere quella strada che non è una strada ma una mulattiera.

Per questo comprendo la rabbia, la sfiducia che domina il paese.

Comprendo la rabbia, ma non condivido la scelta del paese di non votare concretizzatesi nel ritiro delle schede elettorali.

Non la condivido perché questa volta poteva e doveva riprendere un percorso iniziato tanti anni fa con il Sindaco Falcomatà (Italo) che aveva conosciuto ed amato quel paese tanto da investire una parte importante del bilancio comunale per realizzare quei servizi che non avevano.

Se la memoria non mi inganna Santa Venere è stata l'ultima tappa di quell'elezione che lo riacclamò Sindaco e lì confermò il suo impegno; ero presente e ricordo bene quelle parole e mi amareggia molto che tanti cittadini di Santa Venere sembra abbiano dimenticato quella stagione.

Quel percorso si è interrotto per la prematura scomparsa di Italo e, negli anni successivi, per colpa di amministratori insensati e ciechi che hanno addirittura distratto quelle risorse finanziarie e che per anni hanno venduto favole a quel paese.

Adesso c'è una nuova occasione; quel ceto politico, talmente inetto da aver provocato il dissesto della città e lo scioglimento dell'amministrazione (mai successo prima), non c'è più; c'è l'occasione quindi di cambiare pagina; di riprendere quel percorso interrotto e, guarda caso, quell'occasione si chiama ancora Falcomatà che si propone alla guida di una coalizione del Centro Sinistra.

Una coalizione che si propone di traghettare Reggio nella città Metropolitana e sarebbe davvero inaccettabile che una città che si proietta verso il futuro dimentichi pezzi importanti di periferia.

Ma semmai per me e per tutto il centro sinistra a partire da Giuseppe Falcomatà la città Metropolitana si può realizzare veramente solo se saremo capaci di essere inclusivi a partire dai paesi più interni e Santa Venere deve essere (tornare ad essere) il paese esempio di inclusione.

Per questo credo che i cittadini di Santa Venere sbagliano a non votare e li invito non solo a votare perché il voto è la più grande manifestazione di democrazia (e quindi non votare comunque è sbagliato) ma a votare bene e questa è la volta giusta per votare: votare per Falcomatà ed il centro-Sinistra e sono convinto che alla fine i cittadini di Santa Venere sceglieranno la via della saggezza.

L'ho fatto oggi recandomi al paese e lo rifaccio pubblicamente da queste pagine e spero che il mio convinto ed accalorato monito diventi la via maestra di quel paese.

Lorenzo Fascì

(ex Presidente della XIII^ Circoscrizione)