I Comitati Grecanica Sviluppo e Vedere Chiaro rilanciano sulla costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche

I Comitati Grecanica Sviluppo e Vedere Chiaro, per voce dei loro rappresentanti, Assuntino Benedetto e Domenico Foti, aggiungono oggi un nuovo e importante tassello alla loro convinzione che oggi più che mai la Centrale termoelettrica proposta con il suo Progetto dalla SEI è senza dubbio la migliore opportunità che un territorio come quello di Saline Joniche e dintorni potesse avere negli ultimi 40 anni.

Il motivo di questo rilancio viene da una visita effettuata presso l'impianto esistente in quel di Civitavecchia, precisamente a Torrevaldaliga Nord, di proprietà Enel, dove si è potuto costatare di persona "il reale ed effettivo impatto che un tale impianto ha sull'ambiente e sulla popolazione che vi abita attorno. E i risultati sono tutti a favore della Centrale".

A" tal proposito invitiamo tutti quelli che parlano tanto della Centrale di Saline, anche molti politici o presunti tali, senza mai averne vista una davvero nella realtà, di farsi una passeggiata a Civitavecchia, non sarà tempo perduto, se poi davvero si vuol parlare con cognizione di una Centrale a carbone senza sparare panzanate a vuoto. Purtroppo in Italia, a fronte dei numerosi vantaggi che il carbone presenta come fonte di energia, gli aspetti ambientali sono percepiti come criticità, ed è frequente la contestazione da parte di associazioni ambientaliste ( e purtroppo molte volte "pseudo tali"...) sulla base di motivazioni di tipo ambientale. Tuttavia, dietro queste motivazioni, si manifesta spesso una mancanza d'informazione o una semplice diffidenza verso una fonte di energia ritenuta inquinante per definizione. Ignorando che invece, rispettando le vigenti normative ambientali (che in Italia sono tra le più restrittive al mondo), le moderne centrali a carbone , sono perfettamente compatibili con l'ambiente. Non è un caso che 9 delle 13 centrali in funzione in Italia abbiano ottenuto la registrazione EMAS, ovvero il riconoscimento europeo che denota un sistema di gestione ambientale ancora più severo scrupoloso di quello prescritto dalla certificazione di qualità internazionale ISO. I risultati sono già oggi più che evidenti: negli ultimi 20 anni le emissioni delle centrali a carbone italiane sono drasticamente diminuite, al punto che gli impianti attuali rispettano limiti inferiori della metà rispetto agli obblighi di legge per tutti i principali inquinanti (anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri). Inoltre le ceneri e i gessi prodotte nelle centrali italiane di recente o nuova costruzione sono riciclati al 100% per la produzione di calcestruzzo, pavimentazione stradale e altri usi. Quando oggi si parla di "carbone pulito" non si formulano ipotesi, ma si cita una realtà basata su un doppio livello d'interventi: da un lato di prevenzione delle emissioni inquinanti, attraverso varie tecniche che ne riducono la formazione "a monte" (ad esempio i carbonili coperti e sigillati, che evitano dispersione di polveri; o l'aumento dell'efficienza generale degli impianti, che diminuisce la quantità di combustibile bruciato a parità di energia prodotta), dall'altro riducendo le emissioni con sempre più sofisticati sistemi di trattamento dei fumi (desolforatori, denitrificatori, depolverizzatori e altro). Questo è quello che già oggi avviene per la nominata Centrale Enel di Torrevaldaliga, che è anche ben superiore per potenza a quella che è stata progettata per Saline Joniche dalla Sei SpA. Ed anche per la tanto odiata CO2che i contrari alla Centrale continuano a sbandierare come fosse un veleno, vi sono da fare delle chiare precisazioni. Allo stato delle cose queste emissioni (che non sono inquinanti per l'ambiente locale) sono inevitabili per tutti i combustibili. Contrariamente al carbone, per esempio, durante la fase di estrazione del gas naturale si verificano rilevanti emissioni di CO2, che in genere non sono considerate. Passando dalle informazioni e piene rassicurazioni che ci sono giunte dal punto di vista tecnico, avendone parlato con diversi addetti e personale della Centrale di Civitavecchia, anche sul piano dell'ambiente circostante e della salute dell'uomo i risultati sono stati più che soddisfacenti. Abbiamo, infatti, fatto un lungo giro attorno all'area della Centrale, e non abbiamo trovate nulla di devastato, incolto, bruciato dalle polveri o dagli acidi, come viene in modo terrorizzante sempre dichiarato dai "No Coke" nei loro interventi su Saline. Ed abbiamo anche trovato uomini, donne, bambini e anziani che godono di tranquilla e normale salute, che si ammalano più o meno come in tutti gli altri posti in Italia, che prendono le stesse medicine per curarsi e che non si lamentano affatto per la Centrale. Anzi, dicono che grazie a quella, tantissime famiglie sono oggi in grado di poter serenamente vivere e mantenersi, e che una sua chiusura sarebbe una vera e propria catastrofe. Guai a toccargliela. Eppure se davvero sarebbe portatrice di tutte le malattie del mondo come si vuol far credere alle genti di Saline e dintorni, prima ancora di non far costruirne una nuova si dovrebbe con la massima urgenza andare ad abbattere quelle che ci sono già in Italia! Ma forse le motivazioni vere del no alla Centrale sono ben altre, e probabilmente a molti sta bene che tutto cambi perché nulla cambi! Ma noi continueremo fino in fondo la nostra battaglia per la realizzazione dell'opera, nella quale intravediamo la sola, unica e concreta speranza di rinascita del nostro territorio".