Chizzoniti replica all’ex senatore Meduri su poltrona da vicesindaco: “Da te sconcertanti giravolte”

Chizzoniti Aurelio 1"Con la chiarezza che è nel mio stile Ti dico subito e senza infingimenti: non Ti capisco! Per almeno tre motivi ben coordinati con la campagna elettorale volta all'elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale della nostra città". Lo scrive il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, che si rivolge con una lettera all'ex senatore Renato Meduri al quale in questi ultimi giorni aveva offerto una poltrona da vicesindaco.

Ma perentoria era stata la risposta dell'ex missino: "Non farei e non farò il vicesindaco di Aurelio Chizzoniti". 

"In quest'ottica e con riferimento alla mia partecipazione alla stessa – si legge nella missiva – Ti sei prodotto in diverse sconcertanti giravolte partendo da una netta iniziale opposizione motivata anche con il mio "vizietto" di rivolgermi alla Procura della Repubblica e soprattutto per essermi dichiarato favorevole a far un passo indietro ove dovesse emergere la candidatura a Sindaco del Dott. Nicola Gratteri. Questo è il primo motivo.

In seguito, incredibilmente hai cambiato idea comunicando "urbi et orbi" sulla Tua pagina facebook che al primo turno avresti votato Chizzoniti per la carica di Sindaco che ancora evidentemente non era diventato un quilibet qualsiasi da schivare per evitare contaminanti effetti collaterali (secondo motivo).

Quindi, successivamente, e siamo al terzo motivo, indignato ed offeso annunci che voterai Dattola sottolineando che mai avresti fatto il vicesindaco di Aurelio Chizzoniti (nelle more promosso al rango di quilibet), additandomi contestualmente al pubblico ludibrio quale responsabile dell'eventuale passo indietro in favore del, per Te impresentabile, Dott. Gratteri. Ribadendo nel contempo la stizzita reazione per essermi permesso di indicarTi vicesindaco come se per Te questa circostanza fosse una sorpresa estratta da un uovo di Pasqua.
Ciò premesso, come ben sai la mia non è stata una temeraria ed audace sortita inaudita altera parte perché, al contrario, prima della formalizzazione del mio orientamento a nominarTi vicesindaco (ove dovessi essere eletto), il mio intendimento Ti è stato puntualmente e doverosamente anticipato poco prima dell'inizio della conferenza stampa del quattro settembre andante alla quale Ti ho invitato a partecipare proprio sulla scorta del tuo sopravvenuto apprezzamento. Ci siamo appartati nei pressi dell'ingresso dell'Aula ove era stato organizzato l'incontro con i giornalisti e Ti ho testualmente detto: "Renato, Ti creo problemi se comunico alla stampa che avrei intenzione di nominarTi vicesindaco ove dovessi essere eletto Sindaco?".

Chizzoniti poi rivela un interessante particolare, ritrattando ciò che aveva più volte ribadito in conferenza stampa, allorquando aveva dichiarato: "Propongo a Meduri di diventare vicesindaco, ma non ho ancora parlato con lui": "Tu, sgranando gli occhi, non mi hai fornito alcuna risposta negativa ma anzi mi hai semplicemente detto: "allora è preferibile che io non sia presente per motivi di opportunità, comunque non dire che ne abbiamo parlato". E così è stato! Tant'è che, sul punto, nell'informare i giornalisti presenti, adeguandomi al Tuo intrigante desiderio (oggi ne pago il fio) ho puntualizzato di non aver ancora partecipato l'idea al Sen. Meduri. Se è vero, quindi, che io mai ho incassato una risposta affermativa è altrettanto vero che il Tuo comportamento inequivocabilmente scandito da "facta concludentia" accredita una innegabile complicità che depone più per un gradimento della proposta anziché per un rifiuto della stessa.

A questo punto la Tua meraviglia per il mio ardire ed ardore di coinvolgerTi nella gestione della res publica cittadina mi appare identica quella di chi, dopo essere stato al Polo Nord, si dice sorpreso per non aver incontrato neanche un canguro o un coccodrillo; oppure stupito perché dopo una gita nel Sahara resti deluso per non aver visto neanche un pinguino!

Ne deriva che la Tua sdegnosa irritazione connessa alla mia proposta "indecente" mi appare tipologicamente assimilabile a quella di una vergine pudenda di nobile casato consensualmente deflorata da un plebeo eretico minoritario che ne ha leso la maestà imperiale assumendosi presunte gravissime responsabilità.

Questi sono i fatti in relazione ai quali sorprendentemente non hai avvertito neanche la sensibilità di interloquire con me per telefono preferendo spiaggiarti sulla battigia di facebook senza contradditorio per motivi che posso pure intuire, rispettare ma mai condividere.
Ma poiché sono da sempre culturalmente orientato a salvaguardare nei rapporti interpersonali gli aspetti positivi non Ti servo rancore anche perché mai potrò dimenticare il Tuo pregevole e disinteressato intervento quando sono stato vittima di una visione goliardica della Giustizia che Tu non hai esitato a definire con grande onestà intellettuale una "badogliata".

Ragion per cui ritengo - conclude Chizzoniti  - che quando un politico di alto spessore come Te, capace di simili spontanee pubbliche determinazioni, dimentica la verità dei fatti può avvenire soltanto perché colto da un comprensibile colpo di noia di fine estate nel cui contesto sono eloquentemente sparite dal tuo profilo facebook tutte le incensate a me ex ante rivolte esaltando, anche per questo versante, il Tuo incoerente quanto contraddittorio modus operandi".