Reggio, duplice omicidio rumeni: udienza preliminare per Gianrocco Foti

fotigianroccoDovrà rispondere del duplice omicidio dei due rumeni, Ioan Lacatus e Ionela Hoholea, ritrovati cadaveri all'interno del bagagliaio di un'automobile in bilico sul pontile di San Gregorio, periferia sud della città. Il 38enne reggino Gianrocco Foti, impiegato incensurato adesso deve difendersi. A cominciare dal 29 settembre, giorno in cui comparirà davanti al Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani.

A distanza di quasi un anno dai fatti, avvenuti all'inizio dell'ottobre 2013.

Un'indagine tradizionale, serrata, quella portata avanti dagli investigatori. Un'indagine corale: la Procura della Repubblica retta da Federico Cafiero de Raho, la Squadra Mobile di Gennaro Semeraro e la Polizia Scientifica, retta da Diego Trotta e fondamentale nei rilievi effettuati sulla scena del crimine. Subito dopo il ritrovamento dell'Alfa Romeo in bilico sul pontile di San Gregorio, infatti, la Squadra Mobile inizierà una lunga serie di audizioni, soprattutto nell'ambito della comunità rumena. Fin da subito verrà individuata la figura di Gianrocco Foti, che aveva avuto un legame sentimentale con una prostituta un tempo fidanzata di Lacatus.

Dopo aver identificato l'uomo, la Polizia effettuerà una perquisizione domiciliare, nel corso della quale verrà rinvenuta e sequestrata una Beretta 9x21: un'arma assolutamente compatibile con i bossoli rinvenuti all'interno dell'autovettura e con le ferite sul corpo delle due vittime. La comparazione, infatti, verrà effettuata in tempi record dal Gabinetto di Polizia Scientifica: gli uomini di Diego Trotta forniranno ai colleghi della Mobile un elemento fondamentale perle indagini, proprio quando Foti era già in Questura pronto a rispondere alle domande degli investigatori.

Nel corso del formale interrogatorio svolto dagli inquirenti, Foti non potrà che confessare di essere l'autore materiale del duplice omicidio: l'uomo indicherà agli investigatori anche il cassonetto dell'immondizia dove recuperare gli indumenti sporchi di sangue, indossati al momento dell'omicidio.

Una triste storia di degrado.

Alla base del movente, infatti, vi sarebbe la relazione avuta con una prostituta rumena, che era riuscita, con vari stratagemmi, a farsi consegnare da Foti, a più riprese, oltre 25mila euro. Una volta troncato il rapporto, però, Foti cercherà di recuperare i propri soldi da Lacatus, sapendo dell'amicizia dell'uomo con la prostituta. Da qui, dunque, l'incontro dell'1 ottobre in tarda serata: in quell'occasione Lacatus, insieme alla 35enne Hoholea, avrebbe condotto Foti a San Gregorio a bordo dell'Alfa Romeo, con il pretesto di prendere il denaro.

Qui, però, la situazione sarebbe precipitata.

Secondo quanto riferito da Foti nel corso della propria confessione, i due rumeni lo avrebbero aggredito a bordo dell'auto, insieme ad altri tre connazionali che avevano accerchiato dall'esterno. Allora l'uomo avrebbe sparato diversi colpi di pistola (quattro o cinque) attingendo sia Lacatus, sia la Hoholea. Nulla si sa, invece, degli altri tre rumeni. Nella notte, dunque, Foti avrebbe caricato i cadaveri nel bagagliaio, cercando di gettare in mare l'autovettura, con l'ausilio di un grosso palo.