Sbarchi a Reggio, Occhiuto (Primavera Reggina): "C'è malcelata ironia, ma è arrivato il tempo di cambiare"

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentilissimo Direttore,

Leggo con molto interesse la nota pubblicata sul suo giornale inviata dal Presidente del Centro Studi Tradizione Partecipazione Giuseppe Agliano, proprio nel giorno in cui ricorre il 25° anniversario della morte del rifugiato politico Jerry Essan Masslo, che scappando dall'apartheid della sua terra, il Sudafrica, trovò la morte in Italia nelle campagne di Villa Literno.

Il giovane candidato del centrosinistra Giuseppe Falcomatà ha provato ad intervenire su uno dei temi più spinosi ed impopolare, formulando proposte definite dai suoi competitor fantasiose, o fuori da ogni realtà, proposte che, a mio avviso, meritano un'attenzione più attenta e meno sbrigativa. I comuni che hanno adottato un modello simile a quello proposto dal candidato sindaco del Centrosinistra hanno goduto di una ripresa delle attività produttive e dell'economia locale ormai quasi dimenticate, si guardi ad esempio alle buone prassi dei comuni partenopei o della Puglia che tanto hanno investito sull'integrazione.

Non basta affrettarsi a proclamare la propria totale assenza di sentimenti razzisti, proponendo di risolvere le problematiche, semplicemente mandando i profughi di colore negro a Messina o Catania, centri meglio attrezzati della Reggio che gli anni delle ultime amministrazioni hanno reso famosa almeno quanto quella del modello "Giuditta" del comico toscano.

Certamente il Presidente del Centro Studi Agliano tenta di usare le armi della paura paventando la presenza tra i profughi di jihadisti (lo jihād si riferiva essenzialmente alla lotta non violenta e personale) o di appestati dalle peggiori malattie.

Potrebbe essere utile utilizzare i beni confiscati per farne primo alloggio per gli immigrati, non tralasciando di impegnarci in prima persona a essere una vera porta di ingresso e di accoglienza per quelle persone che vengono in Italia e desiderano realizzare le proprie aspirazioni di vita nel nostro Paese, lontani dalla morte dei paesi da cui provengono.

Quanto poi alle tanto declamate doti di ingresso naturale di rotte commerciali provenienti da tutto il mondo, le passate amministrazioni regionali hanno semplicemente osservato il declino del Porto di Gioia Tauro, accettando passivamente la vocazione di transhipment volutamente imposta allo scalo più importante del Mediterraneo.

Sarebbe utile assumere posizioni chiare e nette per tutti quei bimbi che nascono in Italia e che italiani non possono definirsi, ma che italiani lo sono quanto noi.

C'è una parte che fa delle proposte sulle quali si può discutere, un'altra che pensa di far sorridere con una dose di malcelata ironia, dimenticando che è arrivato il tempo di cambiare, di restituire a Reggio ed ai reggini la dignità che meritano.

Massimo Occhiuto per Primavera Reggina