Bronzi ad Expo, Longo e Pollidori (Sinistra in Movimento) contrari

"Dopo il rinnovarsi della polemica sull'eventualità di esporre i Bronzi di Riace all'Expo di Milano, e subito dopo l'annuncio del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini dell'istituita di una commissione di esperti per valutare i rischi dell'operazione di "trasportabilità"dei Bronzi di Riace. A seguito dell'intervento nel dibattito avviato dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, che con una lettera congiunta al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni chiede a Franceschini di valutare bene se esporre a Milano durante l'Expo "i due Bronzi di Riace, che soltanto ignoranza e malafede legano esclusivamente alla Calabria, Sinistra in movimento non può che essere contraria alla trasferibilità dei Bronzi all'Expo". Lo affermano in un comunicato Giuseppe Longo, Mafalda Pollidori.

"Non per spirito municipalistico o per motivazioni di tutela artistica che lasciamo agli specialisti, ma perché la polemica nasce su un terreno sbagliato: le argomentazioni addotte sono meramente "economiche". Si parla di incassi da 15 milioni di euro, di cui la Calabria potrebbe avere 5 milioni. Noi siamo fermamente convinti che finché la politica artistico-culturale si farà asservire dalle leggi di mercato non andremo da nessuna parte! L'Italia, non solo la Calabria, ha il patrimonio artistico più invidiato al mondo. E molte di queste "bellezze"del passato sono visibili a tutti, senza dover pagare pedaggio. Eppure non riesce a mettere in campo una politica di investimenti a lungo termine connessi con lo sviluppo del turismo.

I Bronzi devono rimanere a Reggio Calabria perché l'universalità dei valori passati di cui sono portavoce non si può cogliere se esautorata dal contesto di riferimento: la Magna Grecia. Non sono ancora terminati i lavori al Museo Nazionale che permettono di rivederli in tutto il loro splendore e già li vogliono togliere! Cosa hanno fatto le istituzioni locali per agevolarne la visione e favorire il turismo locale? Niente! E lo stesso dicasi dei governi di Roma. In una fase storica davvero difficile per il nostro Paese, che sembra avvolto dalla magaria degli incassi e del mercato che ha portato a "tagliare" anziché "investire" in Cultura, forse dovremmo fermarci un attimo e ricordare che l'Arte, la Cultura "servono"non per migliorare le finanze statali (se riusciranno a farlo tutto di guadagnato, ma per questo serve una piano programmatico strutturale di investimenti), ma per educare le coscienze civiche al "bello". Smettiamola di lambiccarci su come muovere i Bronzi e pensiamo a favorire la trasferibilità di coloro che vorrebbero vedere i Bronzi"!