Reggio, chiuse le indagini sulla titolare di agenzia viaggi che avrebbe truffato decine di clienti

reggiocalabria cedirIl sostituto procuratore di Reggio Calabria, Antonella Crisafulli, ha chiuso le indagini nei confronti di Debora De Girolamo, titolare dell'agenzia di viaggi e turismo Sixty Seven Travel, arrestata all'inizio di aprile dalla Guardia di Finanza perché ritenuta responsabile di truffa, clonazione di carte di credito, estorsione e calunnia.

Secondo l'accusa, la titolare dell'agenzia di viaggi si faceva anticipare dai clienti le somme dovute per l'acquisto di pacchetti vacanza o di biglietti aerei, salvo poi non effettuare le prenotazioni e gli acquisti pattuiti, attribuendo la responsabilità a sovra-prenotazioni (c.d. "overbooking") effettuate dal tour operator o dalla compagnia aerea.

Inoltre, la donna sarebbe stata solita clonare le carte di credito usate per i pagamenti al fine di utilizzare i dati carpiti per acquisti di altri pacchetti viaggio e prenotazioni che gli ulteriori clienti dell'agenzia di viaggio pagavano in contanti.

Sono diverse decine i clienti truffati che, in alcuni casi, nonostante le minacce e le ingiurie ricevute, hanno preferito denunciare il tutto alla Guardia di Finanza. Dopo l'arresto della De Girolamo (e la divulgazione delle notizie attraverso la stampa) sono stati numerosissimi i cittadini che – riconoscendosi vittime del presunto raggiro – hanno denunciato la donna.

Rispetto ad aprile, mese in cui verranno disposti gli arresti domiciliari per la donna (con il sequestro preventivo del patrimonio aziendale dell'agenzia di viaggi, per un valore di circa 200.000 euro), la situazione si sarebbe dunque aggravata. Ben 38 i capi d'imputazione che la Procura di Reggio Calabria contesta ora alla donna.

Oltre ai raggiri finanziari, la donna in un caso avrebbe anche minacciato una delle persone che decideranno di denunciarla, affermando che se non avesse ritirato la denuncia, avrebbe contattato un suo amico di Africo e sarebbe scappato un morto. Ma la donna risponde anche di calunnia, perché avrebbe accusato una donna del reato di danneggiamento aggravato, sapendola innocente. In particolare, l'indagata dichiarava falsamente di avere visto Caterina Bruno mentre imbrattava, apponendo la scritta "trugge" con uno spray di colore rosso, la vetrina dell'Agenzia di viaggi "Sixty Seven Travel", di cui è titolare, circostanza non vera.

Adesso la donna avrà a disposizione venti giorni per chiedere di essere interrogata o per produrre memorie e documentazione. Poi, con ogni probabilità, il pm Crisafulli dovrebbe procedere alla richiesta di rinvio a giudizio.