Rizziconi (RC), lavoratori dell'Opera San Francesco d'Assise in stato di agitazione

"L'indigenza dei lavoratori dipendenti dell'Opera San Francesco d'Assise di Rizziconi è giunta al limite della sopportazione, gli stipendi non si pagano dal mese di Gennaio 2014 e rimangono ancora insoluti la 13esima e 14esima del 2013 oltre a tre mensilità del 2011. "Non se ne può più!" urlano i dipendenti "siamo pronti a bloccare tutte le attività, perché lavorare senza essere pagati è una condizione di non vita per noi tutti e per le nostre famiglie". È ora di dire basta alle tante promesse di pagamento, puntualmente disattese dalla Direzione della Casa di Riposo, sembra di vivere sospesi per aria con il vuoto assoluto intorno a tanto lavoro quotidiano non pagato per 12 mensilità".

Lo ha detto il segretario regionale S.U.L.P.I. Giuseppe Gentile.

"La gestione della Casa di Riposo e Protetta si è dimostrata da tempo fallimentare, nonostante i nostri sacrifici, ma, nessuna istituzione si è occupata seriamente del problema. Ci siamo rivolti persino al Consiglio dei Ministri chiedendo una gestione commissariale, la risposta del 25.06.2014 a firma del Consigliere dell'Ufficio Anna Gargano ci informa della richiesta di notizie inviata alla Prefettura di Reggio Calabria che fa riferimento alla nota prot. 33483 del 07.06.2012 dove viene segnalato che l'esposto era al vaglio della Procura della Repubblica del tribunale di Palmi. Insomma, tutto rimane ancora racchiuso in un mistero da scoprire. Purtroppo non si tratta di un momento particolare, il deficit economico è strutturato, si trascina da troppi anni e non si trovano vie di uscita. Ricordiamo il licenziamento collettivo di 21 lavoratori di 4 anni fa, delle tante cause fatte da quest'ultimi per recuperare gli stipendi non pagati ed il trattamento di fine rapporto, i gravi ritardi della Regione Calabria nei pagamenti delle rette sociali, i factoring contratti dalla Fondazione per avere liquidità sulle fatture dell'ASP, le rette mensili pagate dai vecchietti ricoverati, le pensioni riscosse dalla fondazione, le donazioni spontanee di persone anziane, tutti soldi che dovevano servire al buon funzionamento di una realtà produttiva importante per un territorio come quello di Rizziconi ma che hanno portato al fallimento. Oggi, la misura è stracolma ed i lavoratori sono decisi a mettere la parola fine a questa incomprensibile grave gestione deficitaria. Bisogna aspettarsi di tutto, persino gesti eclatanti che potrebbero generare grave allarme sociale. Pertanto, sarebbe opportuno che la Regione Calabria, la Prefettura di Reggio Calabria, la Procura di Palmi, l'Amministrazione Comunale di Rizziconi, si rendessero parte attiva dell'intera questione e programmassero un intervento mirato per chiarire tutti i dubbi posti dai lavoratori in ordine alla situazione economica-contabile-gestionale dei capitali in entrata e in uscita, al fine di determinare un momento di verità per poi mettere in atto un piano di rientro serio e garantire un futuro normale ai lavoratori ed agli anziani ricoverati".