Gioia Tauro (RC), Schiavone: "Noi a lottare per la città quando Bellofiore era uno sconosciuto"

"Bisognerebbe avere più rispetto per la sofferenza della gente, per il disagio di una comunità, per il futuro negato ad un popolo. Bisognerebbe avere la forza di assumersi sempre le proprie responsabilità. Ci verrebbe davvero da ridere, se i risvolti non fossero così drammatici, il cervo che dice cornuto al bue. Alla fine va a finire che responsabile della presenza e del malfunzionamento degli ecomostri è la nostra amministrazione, che è durata un anno e mezzo". Lo scrive in un comunicato stampa l'esponente politico di Gioia Tauro Rosario Schiavone.

"A Gioia Tauro negli anni in cui il Consiglio Comunale votava a favore dell'ampliamento del Depuratore e dell'insediamento del Termovalorizzatore, c'era un solo uomo ad opporsi con forza, a difendere l'ambiente a lottare con denuncie in procura ed esposti, con scioperi e con manifestazioni, un grande amante del mare e della navigazione, un grande uomo scomparso da poco, Franco Costa, ed io sono orgoglioso di essere stato al suo fianco, in prima linea durante quelle battaglie, e fiero di aver militato insieme a tanti amici in quel partito, anche esso, per una maledettissima coincidenza della vita, troppo prematuramente scomparso, che è stato Alleanza Nazionale. Eravamo noi 'l'azione verde' sul territorio mentre Aldo Alessio era Sindaco e Renato Bellofiore era uno sconosciuto.

Ci verrebbe veramente da ridere, se non fosse che stiamo parlando di tragedie.

Aldo Alessio, è stato il sindaco dell'inverno gioiese, del periodo più freddo e buio per la nostra città, quando c'era il coprifuoco per le strade ed i posti di blocco in entrata ed uscita dalla città, dalla sua amministrazione abbiamo ereditato il megadepuratore consortile e l'inceneritore, ecomostri che hanno irreversibilmente compromesso la nostra naturale vocazione turistica. Meno posti di lavoro più posti di blocco, così si può sintetizzare la sua stagione politica, e non parliamo di porto!

Renato Bellofiore, è stato eletto sindaco per una manciata di voti, e si è sentito proclamare Re, un Re permaloso, che mal sopporta le critiche e le contraddizioni. In meno di una consiliatura è riuscito ad attraversare l'intero arco costituzionale da destra a sinistra passando per il centro, a riprova, dell'evidente opportunismo politico su cui si impernia la sua "ideologia (?)". Da lui non erediteremo nulla se non macerie, (Lido Gerace, Biblioteca Comunale) e degrado.

Gioia Tauro è una città senza una guida, senza una coscienza civica, di popolo è una città divisa, lacerata ed offesa, dalla storia, dal suo presente, dalla giustizia, dalle istituzioni, offesa dalle dinamiche perverse che l'hanno relegata ad essere il bagno di servizio del Paese.

Ed anche oggi, che è al centro di un crocevia internazionale, che una operazione internazionale di disarmo, le Nazioni Unite, hanno individuato nel nostro scalo il miglior sito, e poco importa perché oramai tardiva la questione se l'unico o l'unico disponibile, come punto strategico per effettuare la più importante operazione di disarmo degli ultimi anni, la politica locale ancora una volta si è fatta trovare impreparata, spiazzata, distratta dalle beghe condominiali, pettegola, infantile, incapace di creare sinergie, relazioni, contatti, offrendo al mondo intero la sua immagine peggiore, quella di una comunità allo sbando, divisa nella lotta e nella rivendicazione, senza identità come l'istituzione che male la rappresenta.

C'era da interloquire con Il premier e con i ministri, ma non abbiamo avuto fiato, adesso facciamo la voce grossa insieme ai Sindaci della piana.

Io non ho paura delle armi chimiche Siriane, mi spaventa di più essere rappresentato da questa amministrazione acrobata, ballerina, che salta da un partito a quello opposto come se nulla fosse, da una poltrona ad un'altra senza soluzione di continuità, mi spaventa di più avere un Sindaco equilibrista appeso ad un sottilissimo filo di maggioranza, che non rappresenta più nessuno se non se stesso.

Gioia Tauro non ha bisogno di falsi profeti, ne ha già avuti troppi. C'è viceversa bisogno di una nuova coscienza civica, collettiva, di popolo. Questa città deve ritrovare coesione sociale e condivisione degli obbiettivi, deve essere capace prima di mobilitarsi per potersi poi autodeterminare.

Ma non ci può e non ci potrà essere coesione sociale se non c'è una memoria condivisa, non ci può e non ci potrà essere coscienza di popolo se non c'è una storia condivisa, la verità è presupposto indefettibile della coesione e della mobilitazione.

Fino a quando, sarà consentito a chiunque, politico, magistrato, giornalista, cialtrone, fannullone o farabutto, fino a quando permetteremo ancora che gente mediocre senza passato e senza futuro, con un presente fatto di nulla, possa continuare ad infangare la memoria della nostra città, di strumentalizzarne sadicamente i drammatici trascorsi, saremo destinati per sempre a perdere ogni battaglia che sia sull'ambiente, che sia sulla sanità, che sia sul porto.

A nulla potranno servire le dichiarazioni di guerra di Sindaci senza esercito, di Sindaci sempre in crisi di maggioranza, perché non basta indossare una fascia per rappresentare degnamente una comunità, perché è inutile avere la legittimità se non si ha anche la legittimazione, perché a nulla serve fare gli autoritari se non si è prima persone autorevoli".