ReActionCity riattiva borgo Cecilia a Gallico Marina: progetti, spazi ed umanità

Il "reagente" sabato pomeriggio passato al borgo Cecilia, che segna la prima azione sul campo di "ReActionCity", potrebbe essere simboleggiato da una rete. Una rete non solo perché il borgo che dista pochi metri dallo Stretto è profondamente marinaro, ma anche perché questo oggetto simboleggia l'unione per un obiettivo comune, nel caso di "ReActionCity" quella fra "urban makers", "social makers" e cittadinanza. Insieme per una nuova concezione del rapporto fra comunità e spazi e per una nuova visione di una Reggio che sia finalmente inclusiva, coesa, sostenibile, innovativa, creativa e produttiva. Rete, perché è stato fatto il primo "goal", cioè centrato l'obiettivo di esporre alla popolazione del borgo di Gallico Marina le visioni elaborate dagli "urban makers" Antonio Laganà e Gabriella Seminara, su come lo stesso potrebbe essere proiettato nel futuro, comunque mantenendo il suo storico rapporto con il mare e la sua vocazione marinara, oltre che ripopolato; di rinvigorire questa identità e questa inclinazione oggi, figurandolo con elementi evocanti il mare e la pesca come, appunto, le reti appese nel borgo che sono diventate base per le illustrazioni di fotografie e visioni; di rianimarlo coinvolgendo la comunità locale in un cortometraggio ideato da una regia collettiva degli "urban makers" coordinata da Fabio Mollo, con Danilo Emo ed Edoardo Lio che hanno girato le scene mentre si svolgevano le attività di visita alla mostra e al borgo. A Borgo Cecilia due signore sono diventate protagoniste di un video attraverso una "sfida" a chi mostrava più vecchi oggetti identitari del luogo, portandoli in strada, coinvolgendo direttamente altre persone che hanno reagito e con gli straordinari Pagliacci Clandestini che hanno fatto divertire grandi e piccini. Un'azione che nell'agenda urbana di una città che diverrà differente divenendo metropolitana pone l'attenzione sulla riconnotazione di tutti i borghi di costa che ancora possono mantenere uno sviluppo sostenibile ed una ricettività balneare di grande pregio per la bellezza e l'unicità del litorale tirrenico cittadino. "Un'azione riuscitissima nel corso della quale abbiamo dimostrato grande capacità di unire spazi d'umanità con spazi di città. L'intenzione era quella di partire dalla riattivazione del borgo attraverso la partecipazione dei suoi abitanti, proiettandoli nel loro abitare futuro e di prossimità. Il borgo non è completamente disabitato. Ha sì delle case ruderi, che abbiamo mostrato come recuperare, ma anche altre che sono state riqualificate ed abitate" ha affermato la professoressa Consuelo Nava. "Ripartire da questo borgo significa ripartire dalla geografia a nord della città metropolitana, una geografia di costa che potrebbe ritrovare un affaccio continuo ed un recupero con il suo fronte abitato e le sue attività commerciali, ma anche per quelle produttive legate al mare e alla pesca. Borgo Cecilia ha una storia importante, le barche sono ormeggiate fra le case e ritrovare le nostre reti tra i vicoli per la gente è stato come ritrovare l'identità di qualche tempo fa. La gente, ha osservato prima da lontano i giovani "urban makers", poi avvicinandosi ha offerto collaborazione e ospitalità. Vicoli e slarghi sono diventate nuove camere urbane condivise" ha proseguito. "Alla fine è andato in scena un bellissimo esempio di reazione. Abbiamo fatto in contemporanea più azioni esponendo i progetti di Antonio e Gabriella, messo parole importanti nel borgo come "tradizione" ed "identità", insieme ai Pagliacci clandestini abbiamo portato il sorriso sui visi dei bambini, dei loro genitori e dei loro nonni che hanno dimostrato voglia di partecipare uscendo dalle loro case" ha aggiunto. "Grazie a Fabio, grazie ai giovani che stanno mettendo l'anima, grazie alla gente di Borgo Cecilia. È stata un avvio di azioni emozionante, ma "ReActionCity", che tornerà a borgo Cecilia a condividere tutta l'esperienza al suo termine, non si ferma. Oggi dalle ore 18 agiamo in centro, le terrazze del Lido comunale ci aspettano per mostrare come i cittadini abbiano "sguardi particolari" per questo parco urbano collettivo, così come è davvero oltre il suo mare...e la sua memoria. La città può reagire, io ci credo" ha concluso la Nava.