“Anomalie religiose” a San Procopio, il Comune chiede smentita al giornalista Inserra

inserramicheleIl Consiglio Comunale di San Procopio ha inviato una lettera al giornalista del "Quotidiano" Michele Inserra, per chiedergli, a proposito della notizia delle "anomalie religiose" riscontrate a San Procopio, formalmente "la smentita, nella stessa posizione e con gli stessi caratteri della notizia data, di quanto erroneamente pubblicato, con le relative scuse ai cittadini di San Procopio". Il caso, scoppiato subito dopo alla vicenda dell'"inchino" del quadro della Madonna a Oppido Mamertina davanti a casa del boss Mazzagatti, sarebbe finito sotto la lente della Procura di Reggio Calabria e dei carabinieri e sempre nella diocesi di Oppido-Palmi. Ad averne dato notizia proprio Inserra su "Il Quotidiano" che aveva rivelato come "l'8 luglio scorso altre "anomalie religiose" sono state riscontrate nella festa patronale a San Procopio, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro che conta meno di 600 anime. Durante la processione della statua del patrono San Procopio – aveva scritto Inserra – a destare l'attenzione degli investigatori è stata una fermata di qualche minuto davanti all'abitazione di Grazia Violi, la moglie di Nicola Alvaro, 80 anni. Ad un certo punto la donna si avvicina e fa la sua offerta al santo patrono davanti ad autorità civili e religiose". Non si era fatta attendere la risposta del Sindaco di San Procopio, Eduardo Lamberti Castronuovo che aveva specificato come: San Procopio si inchina solo a religione e leggi di Stato"

Pubblichiamo il testo integrale della missiva con cui Il Comune chiede la smentita della notizia:

Il Consiglio Comunale di San Procopio, riunitosi in data 15 luglio u.s., al 7° punto dell'ODG, aperto alla Cittadinanza, ha preso in esame e discusso circa l'articolo a Sua firma pubblicato sulla prima pagina dell'edizione del 12 luglio u.s., sul Quotidiano della Calabria.

Il Consiglio

posto che quanto riportato a caratteri cubitali non risulta rispondente a verità;

udita la relazione documentata del Sindaco;

preso atto che le immagini contenute in un video realizzato a cura della ditta Tomarchio , free lance, relative all'intera processione del S. Patrono svoltasi l'8 luglio u.s., non mettono in evidenza alcunché di anomalo né, tantomeno, alcuna forma di "inchino", come da Lei riportato sul Suo giornale;

preso atto delle dichiarazioni dei Sottoufficiali dell'Arma dei Carabinieri presenti alla suddetta processione;

verificato che l'ambiguità della forma da Lei usata, attribuendo al Procuratore della Repubblica dichiarazioni dallo stesso mai rese circa la veridicità dell'accaduto, lascia adito a far credere ciò che in realtà non è mai successo;

uditi gli interventi liberi della popolazione;

ad unanimità di voti, ha deliberato di chiederLe formalmente la smentita, nella stessa posizione e con gli stessi caratteri della notizia data, di quanto erroneamente pubblicato, con le relative scuse ai cittadini di San Procopio, dando mandato al sottoscritto di formularLe la suddetta richiesta a ristoro dei danni d'immagine subiti.

Nella medesima delibera, il Consiglio, unanimemente, si è espresso favorevolmente nel conferirmi mandato, in caso di Suo diniego entro 3 giorni da oggi a datare, di tutelare il buon nome e la reputazione del Paese, nelle sedi che la Legge consente.

Il Presidente del Consiglio

Avv. Francesco Posterino