Recuperato tritolo da "Laura C": obiettivo renderla inaccessibile alle cosche

Tritolodi Claudio Cordova - E' una storia lunga, quella della nave "Laura Couselich", comunemente conosciuta come "Laura C". Una storia che inizia durante la seconda guerra mondiale, quando fu affondata, il 3 luglio 1941, nel tratto di mare antistante la località Saline di Montebello Jonico (RC). Una storia che prosegue tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, quando riaffiorerà dopo anni di inabissamento. Solo a metà degli anni '90, però, si avrà contezza del carico che colerà a picco insieme all'imbarcazione.

Esplosivo.

Tritolo che, per anni, avrebbe rappresentato il "serbatoio" cui le cosche di 'ndrangheta avrebbero attinto. Proprio dalla "Laura C", per esempio, sarebbe provenuto l'esplosivo rinvenuto a Palazzo San Giorgio, in uno dei momenti più difficili dell'amministrazione di Giuseppe Scopelliti, negli anni in cui questi sarà sindaco di Reggio Calabria.

Un episodio ancora avvolto dal mistero.

Nell'ambito di attività di ispezione sul relitto della "Laura C.", disposte dalla Prefettura di Reggio Calabria, con il coordinamento del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, si è proceduto, in questi giorni, al recupero dell'esplosivo che si trova ancora custodito nella stiva del relitto. Su input della Procura della Repubblica, retta da Federico Cafiero de Raho, si vuole ora mettere una pietra tombale sulla storia della "Laura C". Nella circostanza, la Polizia di Stato ha sequestrato complessivamente 121 panetti di tritolo, recuperati dai sommozzatori della Marina Militare Italiana, in forza al COM.SUB.IN (Comando Subacquei Incursori) di La Spezia, nel corso delle diverse immersioni effettuate, in collaborazione con unità navali di superficie sia della Polizia di Stato che della Guardia Costiera di Reggio Calabria. Ciascun panetto, del peso di 200 grammi circa, è contraddistinto da un foro centrale circolare di predisposizione per l'eventuale innesco. Il recupero è stato particolarmente difficoltoso in quanto la nave si trova ad profondità di 47 metri.

Negli scorsi anni, infatti, si procederà a una bonifica del relitto, arrivando a cementificare gli accessi alle stive: un'operazione, però, che si rivelerà un flop. Per anni, il carico del relitto continuerà a tornare utile alle cosche. Fino a metà degli anni 2000 (il famigerato attentato a Palazzo San Giorgio è dell'ottobre 2004) gli inquirenti possono censire episodi in cui sarebbe stato utilizzato il tritolo della "Laura C".

Ora però si vuole chiudere il cerchio: "Si tratta di un'operazione ad alto rischio" spiega il Questore di Reggio Calabria, Guido Longo. Oltre al carico già asportato, infatti, si vuole procedere alla messa in sicurezza di quanto può ancora essere custodito nelle tre stive della "Laura C". Una quantità di esplosivo non ancora quantificabile: "Parliamo di diverse tonnellate" aggiunge il Questore Longo. Nel giro di qualche mese, dunque, si dovrebbe procedere all'intasamento delle aperture che consentirebbero l'accesso alle stive.

Solo tra qualche mese, dunque, si potrà eventualmente mettere la parola "fine" sulla storia della "Laura C".