Il pm Musolino chiede tre condanne per le estorsioni sulla SS106

ss106Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, ha chiesto tre condanne nell'ambito del procedimento "Affari di famiglia", celebrato per far luce su una vicenda estorsiva avvenuta sui cantieri di ammodernamento della SS106 jonica. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto 12 anni di reclusione (e 5mila euro di multa) per Luigi Musolino, 8 anni di reclusione (e 5mila euro di multa) per Salvatore Minniti e 2 anni e 8 mesi per Domenico Musolino (2500 euro di multa). Il primo risponde dei reati di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose, mentre gli altri due solo della tentata estorsione, avvenuta, comunque, in ambienti di 'ndrangheta.

I soggetti alla sbarra sono ritenuti affiliati alle cosche Ficara e Latella, della zona sud di Reggio Calabria e Iamonte, di Melito Porto Salvo: tutti accusati di tentata estorsione alla Cogip Spa, azienda di Catania attiva negli scorsi anni nei lavori di messa in sicurezza della SS106 ionica, da Reggio Calabria a Melito Porto Salvo.

E il materiale probatorio sviscerato dal pm Musolino si basa, oltre che sulle intercettazioni, anche sulle dichiarazioni del testimone principale, il geometra catanese Francesco Testa che nel corso del dibattimento racconterà i vari abboccamenti, nell'estate 2011, avuti con i soggetti imputati (altri due, Filippo Fontana e Giovanni Gullì, hanno scelto di essere giudicati con un altro rito). Sarebbe stato lui, infatti, a ricevere le pressioni dei soggetti ritenuti intranei alla criminalità organizzata calabrese.

L'indagine svolta dai Carabinieri sarebbe riuscita a svelare la richiesta estorsiva 60mila euro, l'equivalente del 4% sui lavori, per il gruppo reggino, mentre da Melito Porto Salvo – sempre secondo il racconto del geometra – sarebbero state "consigliate" alcune assunzioni.

Nel corso della propria requisitoria, quindi, il pm Musolino ha richiamato più volte le dichiarazioni di Testa, ma ha anche fatto riferimento alle ormai conclamate risultanze dell'indagine "Crimine" e alla conclusione di essere di fronte a un'organizzazione criminale unica, la 'ndrangheta.

L'indagine "Affari di famiglia" (che ha già visto due condanne nel primo grado celebrato con rito abbreviato) ha avuto il merito di svelare la "sistematicità" del fenomeno estorsivo sui cantieri della SS106, con le cosche che sarebbero arrivate a dividersi ogni singolo centimetro di asfalto, in una vera e propria collaborazione criminale, come si evince, in particolare, da questa intercettazione: ...allora dal KM 6+700 fino al semaforo di Pellaro è di competenza mia, dal semaforo di Pellaro fino al KM 22+000 la competenza è divisa a metà tra la mia "famiglia" ed un'altra "famiglia, dal KM 22+000 fino al KM 31+000 la competenza è delle persone che hai incontrato la scorsa volta... adesso andiamo da loro...".