La Cassazione annulla sequestro attrezzature del giornalista Consolato Minniti

loradellacalabriaEra il 12 settembre dell'anno scorso quando la Polizia perquisiva la redazione reggina del quotidiano "L'Ora della Calabria" e sequestrava al capo servizio Consolato Minniti i propri cellulari, computer, agende, documenti e altri effetti personali. Il cronista, a seguito di un suo articolo dal titolo "Stragi di mafia, asse 
Reggio-Palermo", in cui riferiva di una riunione riservata avvenuta a Roma cui avevano preso parte alcuni magistrati della Procura Nazionale Antimafia per un approfondimento sulle stragi di mafia, aveva subito anche una perquisizione domiciliare, e fino ad oggi nulla gli era stato restituito delle proprie attrezzature.

Fino ad oggi perché, come annunciato dallo stesso cronista tramite Facebook, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il sequestro: un provvedimento che non sarebbe stato legittimo da parte delle forze dell'ordine reggino e che diventa oggi nullo con effetto immediato.

A Consolato Minniti, cui era arrivata la solidarietà di molti colleghi e non, tra cui il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, che aveva definito la perquisizione perpetrata in redazione e in casa di Minniti "dalle modalità alquanto insolite", dovranno essere restituiti tutti gli effetti personali.

Dal canto suo il magistrato Nicola Gratteri, firmatario del decreto di perquisizione, aveva definito l'azione delle forze dell'ordine "un atto dovuto", poiché gli stralci dei verbali pubblicati da Minniti – ottenuti da una fonte, quindi in maniera legittima – avrebbero recato un "grave danno ad indagini in corso".

La Corte di Cassazione ha oggi deciso in favore di Consolato Minniti, che presto rientrerà in possesso di tutto ciò che gli era stato sequestrato. Mentre restano alle forze dell'ordine i verbali contenti le informazioni sulla riunione della Direzione Nazionale Antimafia.