Reggio, omicidio Bruciafreddo: confermato l'ergastolo per il giovane Perla

reggiocalabria corte appelloLa Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria ha confermato l'ergastolo nei confronti di Antonino Perla, il giovane ritenuto l'assassino di Eduardo Bruciafreddo, ucciso a Reggio Calabria il 3 agosto 2010. Bruciafreddo, pregiudicato per reati di droga, verrà freddato sull'uscio di casa con tre colpi di pistola calibro 7,65 che lo raggiunsero al torace e alla gola.

Fine pena mai per il giovane Perla. 

Pur escludendo l'aggravante della premeditazione, la Corte d'Assise d'Appello ha dunque confermato quanto stabilito in primo grado, allorquando la Corte d'Assise diede ragione al pubblico ministero Antonella Crisafulli, che coordinerà le indagini e affronterà il complesso dibattimento. Secondo le indagini svolte dalla Polizia di Stato, pochi giorni prima del delitto, Bruciafreddo sarebbe stato notato con un ematoma sotto l'occhio sinistro, causato dalla lite avuta con Perla presso il locale "Gatto Matto", ubicato nei pressi del tapis roulant di Reggio Calabria. Il giovane Perla è figlio di quel Matteo Perla, detto Giorgio, ritenuto dagli inquirenti un personaggio assai vicino alle cosche del rione Modena-Ciccarello, le famiglie Borghetto e Zindato e recentemente condannato in primo grado nell'ambito del procedimento "Alta tensione". Diversi i testimoni che, la sera della lite, videro Bruciafreddo al centro di una rissa con Perla. Addirittura una testimone ricorda una frase pronunciata da Bruciafreddo nei confronti del giovane: "Io ti ho offerto una birra e tu mi vuoi aprire la pancia con la bottiglia". Un racconto che si intreccia sia con quello del fratello della vittima, Maurizio Bruciafreddo, sia con quello dell'ex moglie, Rossella Quattrone, che raccontano di aver appreso da Eduardo che alcuni giorni prima era stato protagonista di una lite "con il figlio di Giorgino". E il più volte citato "Giorgino", altri non è che Matteo Perla, detto "Giorgio", legato da uno stretto rapporto con il defunto padre dei Bruciafreddo, nonché genitore del giovane Nino Perla. Un alterco che Eduardo Bruciafreddo era convinto di aver appianato chiarendo proprio con Matteo "Giorgio" Perla. Non era così, evidentemente. Il giovane Perla, non pago del livido causato a Bruciafreddo, avrebbe meditato la propria vendetta, consumata una dozzina di giorni dopo la lite del "Gatto Matto".

Bruciafreddo verrà dunque stato ucciso sull'uscio di casa. La vittima avrebbe aperto il portoncino di casa, dopo che qualcuno aveva suonato al campanello. Un gesto quotidiano, meccanico, eseguito all'ora di cena, poco dopo le 21, mentre in casa si trovavano anche Maurizio Bruciafreddo, fratello della vittima, e Demetrio Fanti. Bruciafreddo si sarebbe allontanato dalla stanza in cui i tre stavano per cenare, per aprire la porta, poi i colpi di pistola, uditi dai due testimoni, il ritorno della vittima, sanguinante alla gola e al petto, e l'inevitabile, tragica, fine. Saranno soprattutto le dichiarazioni del fratello di Bruciafreddo, Maurizio, a portare Perla a processo e, successivamente, alla condanna, in primo e in secondo grado, al carcere a vita.