Reggio, alla villa Gullì la tradizionale Via Crucis organizzata dalla Piccola Opera Papa Giovanni e dal centro Comunitario Agape

Dio non si stanca mai di perdonare. E' questo il tema scelto per la via Crucis di quest'anno organizzata dalla Piccola Opera Papa Giovanni e dal centro Comunitario Agape e che vedrà la partecipazione delle persone con disabilità accolte nei vari centri, delle loro famiglie,dei volontari e degli operatori. La celebrazione si terrà Venerdi 18 aprile con inizio alle ore 10,00 a Reggio Calabria, presso villa Gullì di via Gebbione , l'area dove sono sorte la casa famiglia Dopo di Noi che accoglie un gruppo di giovani con disabilità ed il laboratorio artigianale Artinsieme. Sarà Don Antonino Iachino, l'assistente spirituale dei due centri, a guidare la riflessione e le meditazioni sul tempo Pasquale, evento salvifico che la Chiesa celebra per riaffermare la centralità del messaggio cristiano fondato sulla incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Per la realizzazione della via Crucis sono stati utilizzati delle riflessioni di grandi uomini di Chiesa e testimoni di amore e giustizia: Papa Francesco, Papa Giovanni XXIII, Papa Giovanni Paolo II, Helder Camera, Cardinale Pironio, Don Italo Calabrò, san Giovanni Crisostomo, Don Primo Mazzolari. Ogni stazione della via Crucis sarà collegata idealmente ad un centro della Piccola Opera, ad una esperienza di servizio, per ricordare il cammino faticoso compiuto dalle persone accolte e dai loro familiari, ma anche la loro resurrezione alla vita grazie all'amore ed alle cure ricevute. Sarà questa l'occasione per riascoltare il forte appello alla conversione che viene continuamente dalla Parola di Dio che invita tutti i fedeli a riscoprire la gioia della conversione nell'incontro con Gesù Cristo e con i fratelli. La Via Crucis spinge a rispondere alla chiamata del Signore che chiede di accogliere i fratelli più poveri. Una riflessione sul Calvario di nostro Signore a cui si chiede di dare la forza per affrontare i piccoli o grandi calvari della vita di ognuno nella consapevolezza che l'esito finale non è la morte ma la Risurrezione. E la via del Calvario, percorso da Cristo e dai poveri di ieri e di oggi, che testimonia che solo nell'amore che si fa perdono c'è la pienezza della vita. Un momento di preghiera e riflessione, particolarmente attuale se pensiamo alle difficoltà ed ai veri e propri drammi che la nostra comunità sta vivendo, alle miserie materiali, morali e spirituali che stanno affliggendo tante persone che bussano alle porte della Chiesa e del volontariato per chiedere risposte e sostegno. Giovani disoccupati,ragazze madri e donne in difficoltà, famiglie di persone affette da patologie mentali, ragazzi e ragazze con disabilità che si trovano in lista d'attesa perché nei piani di rientro della sanità per loro non c'è posto, ma anche famiglie disgregate e persone in crisi di valori e vittime della ndrangheta e del racket. Un grido dell'umanità sofferente che deve trovare un eco ed una risposta dalle istituzioni ma anche da parte dei cristiani e degli uomini di buona volontà. Che deve spingere tutti, come ci ricorda continuamente il nostro vescovo Giuseppe Morosini, a vivere la speranza cristiana come rischio, non solo con le sue gioie ma anche con i suoi prezzi e le sue rinunce.