Si è concluso stamane il processo d'appello che vedeva alla sbarra Antonino, Giovanni e Rosario Giordano. I tre erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria rispettivamente a 14 anni e 8 mesi a 15 anni e 6 mesi e a 13 anni e 8 mesi per il reato di tentato omicidio a carico di Vincenzo Siclari, attinto da numerosi colpi di pistola cal. 9 nel settembre del 2010.
La Corte di Appello di Reggio Calabria presieduta da Iside Russo dopo quasi 4 ore di camera di consiglio, ha assolto Rosario Giordano da tutti i reati a lui ascritti per non avere commesso il fatto ed ha invece confermato la condanna per Giordano Antonino e Giordano Giovanni rideterminandone la pena in anni 13 e mesi 5 di reclusione per entrambe.
Rosario Giordano difeso dall'avv. Ettore Aversano del foro di Roma (nella foto) e dall'avv. Filomena Muratore del foro di Reggio Calabria esce quindi definitivamente di scena.
Una battaglia giudiziaria importante quella sostenuta dall'avv. Ettore Aversano il quale, a seguito della condanna di primo grado per il suo assistito a 13 anni e 8 mesi, ha depositato un imponente ed articolato atto di appello con il quale, nel chiedere la riforma integrale della sentenza di prime cure, richiedeva comunque la riapertura del dibattimento. La Corte, aderendo alla tesi difensiva posta in essere dal penalista, ha riaperto il dibattimento introducendo due testi ed affidando ai RIS di Messina il compito di rielaborare gli stubs e tutti gli altri accertamenti balistici.
Il processo di appello si è snodato in numerose udienze ed oggi, dopo la requisitoria del P.G. Giuseppe Adornato (che ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per tutti e tre gli imputati), vi sono state le arringhe del difensore di parte civile (avv. Francesco Albanese) e di tutti i difensori degli imputati (avv. Carlo Monaco e Pietro Romeo per Antonino Giordano – avv. Muratore e Annamaria Domanico per Giovanni Giordano – avv. Ettore Aversano e avv. Muratore per Rosario Giordano.
Il primo a prendere la parola per la difesa degli imputati è stato il penalista avv. Ettore Aversano il quale, ripercorrendo senza tralasciare alcun dettaglio tutta la vicenda processuale di primo grado, ha messo in evidenza con una arringa particolarmente incisiva, tutti gli aspetti critici della sentenza di prime cure, rilevando la completa estraneità del proprio assistito rispetto a tutte le gravi imputazioni ascrittegli.
L'avv. Ettore Aversano ha tra l'altro rilevato come la visuale del testimone oculare (che inchiodava con la sua testimonianza Rosario Giordano), fosse assolutamente compromessa da una serie di impedimenti connessi alla posizione in cui lo stesso si trovava, ed ha chiesto di valorizzare di converso, le testimonianze rese in primo grado da altri testimoni dell'accusa i quali avevano visto Rosario Giordano prima del delitto ma non al momento in cui il delitto stesso è stato compiuto.
La Corte di Appello, dopo aver ascoltato i difensori degli altri imputati, ha quindi emesso la sentenza di assoluzione di Rosario Giordano per non avere commesso il fatto, ed ha invece confermato la condanna per gli altri due imputati, sia pure riducendola alla pena di 13 anni e 5 mesi ciascuno per la esclusione dell'aggravante della premeditazione.