Processo "Circolo Formato": dieci anni all'ex sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Rocco Femia

togaDieci anni di carcere all'ex sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Rocco Femia. Viene duramente punito l'imputato eccellente del procedimento "Circolo Formato", celebrato contro la cosca Mazzaferro che nel paese avrebbe controllato ogni singola azione, arrivando a far eleggere alla carica di primo cittadino il proprio candidato di riferimento. La condanna più dura, a 21 anni di reclusione, la rimedia Domenico Agostino. Nel complesso regge al vaglio del Tribunale di Locri il procedimento "Circolo Formato". La maggior parte degli imputati è stata infatti condannata a pene esemplari: Cosimo Agostino a 14 anni e 3 mesi di reclusione, Domenico Agostino a 21 anni, Fabio Agostino a 17 anni, Francesco Agostino a 6 anni, Giuseppe Agostino a 7 anni, così come Massimiliano Agostino e Rocco Agostino. 9 anni e 6 mesi sono stati poi inflitti a Vincenzo Agostino, un anno e 6 mesi a Giuseppe Aquino, 2 anni al poliziotto Franco Avenoso, 15 anni e 6 mesi a Francesco Ieraci, 9 anni e 4 mesi a Vincenzo Ieraci, un anno e 6 mesi a Salvatore Larosa, 18 anni a Ernesto Mazzafero, 15 anni a Francesco Salvatore Mazzaferro, 11 anni a Rocco Mazzaferro, 13 anni e 6 mesi a Nicola Pignatelli, 18 anni e 2 mesi a Giuseppe Tuccio. Otto, invece, le assoluzioni: Giuseppe Coco, Salvatore Lucà, Gianluca Manno, Vincenzo Mazzaferro, Arturo Mittica, Vincenzo Primerano, Giuseppe Sfara e Daniele Tassone. Poche le assoluzioni, rispetto alle condanne, ben 19: per qualcuno degli assolti, comunque, la Dda di Reggio Calabria aveva invocato pene esemplari, come i 18 anni di Salvatore Lucà o i 20 di Gianluca Manno.

Nel complesso, comunque, regge l'indagine imbastita dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dall'allora sostituto Maria Luisa Miranda. Le indagini della Squadra Mobile riuscirono a monitorare l'intera campagna elettorale che portò alle elezioni del 13 e del 14 aprile del 2008, che portarono alla nomina di Rocco Femia, detto "Pichetta", candidato del centrodestra, che prevalse sull'altro candidato, Carbone, che invece, sarebbe stato più gradito agli Aquino, altra storica famiglia di Marina di Gioiosa Ionica. I contrasti tra le due famiglie, infatti, sarebbero iniziati proprio nell'ambito della campagna elettorale: ciascuno era convinto di vincere e le intercettazioni telefoniche danno il polso della grande attesa in seno ai due schieramenti e della felicità del clan Mazzaferro, mentre la vittoria si delineava. La cosca Mazzaferro avrebbe dunque condizionato palesemente l'operato del Comune di Marina di Gioiosa Ionica. Insieme a Femia, infatti, finirono in manette altri tre membri dell'esecutivo cittadino: Rocco Agostino, detto "Gemello", assessore alle Politiche Sociali (punito con 7 anni), Vincenzo Ieraci, assessore all'Ambiente (punito con 9 anni e 4 mesi), nonché Francesco Marrapodi, già assessore ai Lavori Pubblici (non presente in questo stralcio)..

Le indagini della Polizia di Stato, si avvalsero dei cosiddetti "metodi tradizionali". In particolare, grazie a un servizio di osservazione e pedinamento svolto dagli investigatori, fu possibile documentare un rito di affiliazione di due picciotti, inseriti al centro di un "circolo formato" (da qui il nome dell'operazione). I poliziotti riuscirono ad arrivare vicinissimi al luogo dell'incontro, una campagna sperduta, e osservare, a distanza di dieci metri circa, le attività degli affiliati. Nel blitz della Squadra Mobile fu coinvolto anche un poliziotto della sala operativa del Commissariato di Siderno, Franco Avenoso, tratto in arresto per rivelazione di alcuni particolari d'indagine al boss Rocco Mazzaferro: Avenoso è stato condannato a due anni di reclusione.