C'è chi gioca a calcio e rientra da Rieti. Chi lavora a Bologna. Chi, come due coniugi, di 70 e 75 anni, era nella Capitale e chi aveva pensato a un weekend di acquisti a Napoli, rimanendo poi bloccato per via del lockdown.
Studenti, lavoratori, atleti, persone di tutte le età. Nessun esodo, però.
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Sono in tutto 23 le persone arrivate con il treno da Roma Termini a Reggio Calabria alle 20.20. Tutte identificate dalla Polizia di Stato, che ha coordinato la sicurezza insieme all'Associazione Nazionale Carabinieri.
Autocertificazioni alla mano e identificazione. Poi, i tamponi: una quindicina di secondi ciascuno, sotto le mani di tre medici. Poi via, a rientrare a casa per il dovuto isolamento. Uno sguardo con i parenti che attendono per circa un'ora fuori dalla stazione di Reggio Calabria, osservando fuori dal vetro. E, infine, l'incontro con chi non si vede da quasi due mesi, ma che non può essere abbracciato, anche se la tentazione è forte.
Il rientro dei reggini a casa, nel primo giorno utile della "Fase 2". Tutti hanno deciso di sottoporsi al tampone facoltativo, tranne una persona. Ricordiamo, infatti, che i trattamenti sanitari possono essere obbligatori solo per legge.