"Villa Serena deve proprio avere un pessimo rapporto con l'interpretazione della legge 104 del 1992, quella che interviene a fissare diritti per le persone con gravi disabilità nel proprio nucleo familiare.
Si ripete una scenetta già vista nello scorso settembre, cioè la ritrosia a riconoscere i permessi sanciti dalla legge ai familiari di soggetti con handicap tali da determinarne la non autosufficienza. Allora si trattò della confusione che Villa Serena faceva fra istituti contrattuali, quali riposi compensativi, ed i giorni previsti dalla legge di assenza giustificata per garantire l'assistenza al familiare disabile. Villa Serena pretendeva di far coincidere il giorno di riposo settimanale con la fruizione dei permessi derivanti dalla legge 104/92. Se non fossimo intervenuti tempestivamente e motivatamente si sarebbe verificato, semplicemente, che i 3 giorni di fruizione dei permessi ex l. 104 sarebbero diventati 2 nella sostanza. E immotivatamente ed illegittimamente.
Oggi il replay perfino più grave. Il Decreto Legge Cura Italia del 17 marzo ha previsto che nel periodo marzo/aprile 2020 il diritto al permesso per la legge 104 fosse implementato di 12 giornate lavorative. La motivazione è palese e molto condivisibile: scuole chiuse, centri di trattamento fisico e psichico chiusi, luoghi di aggregazione e attività specifici per disabili chiusi. Perciò il governo, per alleviare condizioni di estrema difficoltà, decide di inserire questi permessi nell'ambito delle norme straordinarie previste dal Decreto di contrasto alla diffusione del virus che tanto sta angustiando il mondo.
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La lavoratrice (la stessa del settembre scorso) ha chiesto per tempo di usufruire dei permessi che le spettavano e che sarebbero stati utili per garantirle maggiore vicinanza al figlio gravemente disabile e costretto in casa. Riceveva dall'Azienda risposte dilatorie che si sono trascinate fino alla sostanziale impossibilità di fruire del diritto sancito dalle leggi. Eppure Villa Serena ha continuato a concedere ferie ordinarie ad altri dipendenti facendo chiaramente intendere che considerava le ferie più importanti della L.104 e del DL Cura Italia. La dipendente madre del disabile avanzava una proposta di mediazione ed aiuto alla soluzione, ossia di considerare almeno parte dei numerosi giorni di ferie presi dalla stessa dipendente (dal 26 marzo al 5 aprile) come permessi ai sensi della legge 104 e del DL Cura Italia, cosa che avrebbe consentito di preservare un consistente numero di giornate di ferie da dedicare alla cura ed all'assistenza del figlio. Anche questa proposta è stata rigettata e l'Azienda non ha avito remore a presentare i nuovi turni lavorativi con la concessione di un solo giorno di permesso ex L.104. Risultato? Se il DL non viene modificato (nel senso di allungamento del periodo di fruizione di questi permessi straordinari) la dipendente avrà perso 7 giorni di permesso per l'assistenza ai disabili, sottratti alla cura ed alla vicinanza al proprio figlio.
Della situazione il SUL ha dato opportuna notizia alla Prefettura ed all'Ispettorato del Lavoro. Siamo certi che quando le misure anti virus lo permetteranno saranno solerti ad intervenire in una storia in sé piccola e tutta via significativa del pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, soprattutto quando a questo si aggiunge il dolore di non poter accudire il figlio per un marchiano errore di valutazione delle leggi in vigore.
Siamo certi che non si possa trattare di un calcolo per risparmiare qualche giornata lavorativa a scapito di un disabile. Pensiamo piuttosto che un eccesso di rigidità, e forse qualche consiglio errato, inducano frequentemente Villa Serena in errore. Nell'occasione sarebbe il caso che il rispetto delle leggi si coniugasse con l'umana pietas e di consentisse di utilizzare quanto la legge espressamente prevede".
Lo afferma, in una nota, il segretario generale SUL Calabria, Aldo Libri.