Reggio Calabria, Pitaro (Gruppo misto) su situazione carceri: "Si garantiscano dispositivi di protezione individuale"

"E' come un 'eterno ritorno' la questione del sovraffollamento delle carceri italiane (56.830 i detenuti a fronte di una capienza di 47mila e con un tasso di affollamento del 121.75 per cento) per cui la Repubblica è stata già condannata dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo (sentenza Torreggiani) con tanto di risarcimento danni per i ricorrenti. Il problema diventa più acuto al tempo del coronavirus - sostiene il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo misto) - che, in un sistema chiuso e lacerato da tante difficoltà, se la situazione sfuggisse di mano diverrebbe una bomba sanitaria le cui prime vittime sarebbero i detenuti, il personale carcerario e tutti coloro che per lavoro o per necessità frequentano le carceri. L'auspicio pertanto - afferma Pitaro - è che le richieste di intervento del Garante regionale per i diritti delle persone detenute avv. Agostino Siviglia rivolte alla Presidente della Regione ed al Commissario per la sanità, siano preso in seria considerazione.

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Preso atto delle prime significative risposte del Commissario per la sanità a proposito dell'Istituto penitenziario di Reggio Calabria - Arghillà, ora si provveda - aggiunge Pitaro - a garantire a tutto il personale operante presso i dodici Istituti penitenziari della Calabria, la fornitura dei dispositivi di protezione individuale, sia per quanto riguarda il personale di polizia penitenziaria sia per quello amministrativo, medico e infermieristico, che quotidianamente presta il proprio servizio professionale all'interno del sistema penitenziario calabrese. Mi riservo tuttavia di chiedere - conclude Pitaro - alla Commissione regionale competente, appena entrerà in funzione, un'audizione del Garante per i diritti delle persone detenute e del Commissario alla Sanità, perché si possa avere un quadro esauriente delle problematiche nelle carceri in questo difficile frangente".