di Mariateresa Ripolo - Sono giorni concitati quelli che sta vivendo la Locride, non più difficili di quelli che sta attraverso la Calabria e l'Italia, certo, ma a preoccupare ancora di più, se possibile, è la certezza di essere completamente impreparati alla pandemia da Coronavirus.
«È un territorio debole il nostro, soprattutto dal punto di vista sanitario», in diretta su Facebook il sindaco di Locri Giovanni Calabrese fa il punto della situazione: «L'ospedale di Locri si sta attrezzando, ma non era preparato».
Ci sono voluti giorni per munire la struttura montata dalla Protezione Civile davanti al pronto soccorso dell'ospedale di Locri di tutto il necessario affinché potesse essere utile per svolgere la funzione di pre-triage. Attualmente "la conquista" più grande è stata quella di aver trovato il personale medico indispensabile per rendere la struttura definitivamente operativa.
«Si sta cercando di aumentare i posti letto in terapia intensiva e subintensiva, ma nell'immediato si può fare poco». È forse questa consapevolezza a spaventare i cittadini dell'intero comprensorio, che hanno iniziato ad utilizzare il web e le chat di gruppo per lanciare messaggi di allarme, nella maggior parte dei casi totalmente infondati. «Stanno arrivando messaggi di morte a diversi amministratori e alle loro famiglie perché gira la voce che si siano contagiati a seguito di gite in località sciistiche del Nord», spiega Calabrese che è costretto a precisare: «Nessuno dell'Amministrazione risulta contagiato!».
Una paura, quella dei cittadini della Locride, alimentata dal rientro dal Nord Italia di molte persone in questi giorni, alcuni addirittura proprio dalle località dove attualmente la situazione è critica. Sul sito della Regione Calabria si sono attualmente registrate 8.419 persone rientrate nelle ultime due settimane. «Forse superficialità, ma la situazione è precipitata improvvisamente. – afferma Calabrese – Grazie a chi ci segnala queste situazioni, ma nel 90% dei casi si tratta di persone già sottoposte a quarantena obbligatoria».
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«L'emergenza nell'emergenza». Altro fattore di rischio è la mancanza di attrezzature idonee a disposizione del personale sanitario, ad oggi in Italia la categoria più a rischio con 2.629 contagiati tra medici e infermieri, l'8,3% degli infetti. In occasione dell'incontro dei sindaci della Locride con il direttore sanitario aziendale Bray e con il direttore ospedaliero Fortugno, avvenuto soltanto nella giornata di ieri dopo diversi rinvii, si è potuto constatare della difficile condizione in cui il personale medico si trova ad operare nel nosocomio Locrideo, «con grande impegno, sacrificio e dedizione si sta prodigando ad affrontare questa drammatica emergenza nelle note condizioni di disagio in cui da anni sono costretti ad operare», hanno sottolineato i sindaci. Una condizione di difficoltà oggettiva, dunque, che aumenta di giorno in giorno, portata all'estremo con la comparsa dei primi casi accertati di pazienti affetti da Coronavirus nella Locride, un uomo di Siderno rientrato da Bergamo e un'anziana di Caulonia. Decine i soggetti sotto osservazione che hanno avuto contatti diretti con i due positivi.