"Lega per L' Italia" su emergenza carceri italiane: "I diritti sono uno spazio di tutela, non uno slogan"

"In un momento drammatico, ma ampiamente preannunciato per come già da noi detto, fanno meno rumore le conseguenze dell' incapacità di gestione del governo riguardo le case circondariali e gli istituto di pena.

ll numero dei detenuti nelle carceri italiane al 31 dicembre 2019 risulta 60.769 detenuti, di cui i detenuti stranieri circa 19,9 mila e donne 2.663 , mentre al 31 dicembre del 2018 erano 59.655, quindi + 1114 come dato annuale. La capienza regolamentare degli istituti dichiarata dal DAP è invece di 50,6 mila posti disponibili, ovvero 10 mila in meno rispetto al numero dei detenuti presenti negli istituti di pena. Gli agenti invece al 2017 presenti nelle Case Circondariali in Italia sono circa 32000 mila, al dato del 2017, in un rapporto circa di 1,67 a detenuto.

Dunque, una popolazione, professionisti esclusi che operano presso gli Istituti, di 93.000 persone circa, che in questi giorni sono state a rischio, e che in un certo qual modo hanno subito l' incapacità organizzativa e di profilassi all' allarme coronavirus del Governo.

A Modena si è dovuto chiudere l' istituto, con il bollettino di 9 detenuti morti e la traduzione degli altri in altri penitenziari in Italia. A Rieti tre le vittime, in circostanze analoghe. A Melfi, dopo dieci ore, si è conclusa la rivolta dei detenuti e nella notte sono stati liberati i nove ostaggi - quattro agenti della polizia penitenziaria e cinque operatori sanitari sequestrati. A Siracusa 70 detenuti si sono resi protagonisti di una rivolta: lenzuola date alle fiamme, danni ad alcuni arredi, fino ad ottenere di parlare con il direttore del carcere chiedendo di portare all'attenzione del governo alcune delle loro richieste. A Foggia sono stati arrestati 11 dei 34 evasi dal carcere, durante la protesta scatenata da oltre 250 detenuti. Proteste vibranti e sedate a fatica anche a San Vittore, Bologna, Prato, Secondigliano, Trani e Regina Coeli.

Il Ministro Bonafede ha riferito in aula dati di oltre 6000 detenuti in rivolta, 40 agenti della polizia penitenziaria feriti e 12 detenuti morti. Allo stato attuale, inoltre risultano latitanti 16 detenuti che erano soggetti al regime di media sicurezza, l' Istituto di Modena chiuso e diversi gravi danni strutturali ad altre case circondariali. Le responsabilità sono però gravi, perché assolutamente prevedibile la possibilità che si innescassero proteste veementi in seguito all' interruzione ai colloqui con i familiari, se non adeguatamente gestita e spiegata per tempo alla popolazione carceraria. I Direttori degli istituti e gli operatori sono stati lasciati soli, e a tutt' oggi, salvo il proclamato reperimento di 10000 mascherine annunciato dal Guardasigilli, senza strumentazione profilattica.

--banner--

Serve un atto di responsabilità forte, deciso, che possa tutelare l' immagine dello stato e di chi ne rappresenta territorialmente la funzione. Serve più che mai che si ridefiniscano, a tutela dei lavoratori nelle carcere e dei detenuti al contempo, parametri di sicurezza e dispositivi di salvaguardia, affinché emergenze sanitarie come quella in atto non portino ad atteggiamenti strumentali da parte dei detenuti da una parte, e a scarsa attenzione ai vissuti di chi non può agire perché in regime di restrizione dall' altra.

Il diritto è uno spazio di tutela, e necessita di attenzioni e di tempo per prevenirne i condizionamenti, nonché di decisione e risolutezza nelle decisioni da prendere per consentirne onori ed oneri. " E' quanto dichiara Il Coordinatore Provinciale di "Lega per L' Italia" di Reggio Calabria Vincenzo Maria Romeo.