"Eyphemos", Bombardieri: “Spaccato politica locale non ci fa onore. Persone alla spasmodica ricerca di una candidatura elettorale”

bombardierigiovanni pm200416"L'indagine condotta con scrupolo dal Commissariato di Palmi, dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dalla Direzione nazionale anticrimine che ha portato all'operazione di stamattina offre uno spaccato della politica locale che non ci fa onore". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, facendo riferimento, nel corso di un incontro con i giornalisti, agli arresti nell'ambito dell'inchiesta "Eyphemos" sulla cosca di 'ndranghheta degli Alvaro e sul Comune di San'Eufemia d'Aspromonte.

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"Mi riferisco - ha aggiunto Bombardieri - alle persone e non a gruppi o partiti politici. Si tratta di elementi che cercavano spasmodicamente una candidatura elettorale, quale che fosse, al di la' di adesioni ideali".

"Il Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte era in mano alla 'ndrangheta e gestito in dispregio delle piu' elementari norme amministrative. L'ordinanza del gip Tommasina Cotroneo, che intendo ringraziare per il lavoro puntiglioso e analitico che ha svolto - ha aggiunto Bombardieri - chiarisce quanto la 'ndrangheta sia ben articolata sul territorio e come soffochi, con la complicita' degli apparati politico-burocratici, la vita degli enti locali e dei cittadini. Dall'inchiesta emerge un quadro di gravissimo inquinamento delle attivita' del Comune, del sistema degli appalti pubblici, delle continue richieste estorsive da parte di uno degli arrestati, Domenico Laurendi, ai danni delle imprese che vincevano le gare d'appalto. Tutti si rivolgono a Laurendi, anello di congiunzione con gli Alvaro di Sinopoli, per la sua ben nota caratura criminale". Bombardieri, inoltre, facendo riferimento ad Antonino Creazzo, arrestato nell'operazione insieme al fratello, il consigliere regionale Domenico, ha parlato della sua iscrizione ad una loggia massonica regolare del Grande Oriente d'Italia a Reggio Calabria". Antonino Creazzo, ha riferito il Procuratore, "non si preoccupa di rivolgersi a Domenico Alvaro perche' intervenga in difesa di un suo amico imprenditore che era sotto usura. E cosi' Alvaro si attiva immediatamente con l'usuraio, che interrompe le sue minacce e, addirittura, si reca da Creazzo per scusarsi, tanto forte e' il peso criminale della cosca Alvaro".