Sigilli ai gazebo sul Lungomare di Reggio, Minasi (Lega): “Ennesima ingiustizia”

"E' con molta amarezza che leggiamo lo sfogo, affidato alla stampa, di Tito ed Enzo Pennestrì, titolari della storica attività Sottozero. Dalle loro parole, rilasciate subito dopo l'apposizione dei sigilli al gazebo del Lungomare, non traspare la rabbia di chi, pur rispondendo doverosamente alle regole, si trova a subire un'ingiustizia (l'ennesima), bensì la delusione, e, ancor peggio la rassegnazione". Lo afferma il consigliere regionale della Lega, Tilde Minasi, che aggiunge: "Registrare questo episodio non vuol dire intervenire su mere questioni burocratiche o su quanto queste ultime possano condizionare, in Italia soprattutto, la voglia di realizzare o far crescere la propria impresa. Si tratta, piuttosto, di mettere in risalto quanto determinate azioni, a maggior ragione se non giustificate da gravi inadempienze e facilmente confutabili, fomentino solo il già serio distacco tra il cittadino e chi gestisce la cosa pubblica, e creino delle condizioni di instabilità emotiva ed economica ad una attività, ai dipendenti di quest'ultima, e ad un già fragile tessuto sociale, gravato da tutta una serie di problematiche e, per quanto riguarda gli esercenti in particolare, da tasse sempre in aumento e difficoltà oggettive ad operare.

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"A questa sofferenza di natura fiscale, si aggiungono, poi, quelle situazioni sanzionatorie che si configurano nella fattispecie descritta dalla famiglia Pennestrì. Al netto di ciò – prosegue Minasi - che potrebbe essere contestato, ritengo che la chiusura, in questo caso del gazebo, debba rappresentare un'estrema ratio, che tale decisione non possa e non debba essere, per ovvie ragioni, lo strumento idoneo a far in modo che imprenditori riescano a mantenere in vita aziende e negozi, cioè il commercio al dettaglio che costituisce gran parte dell'essenza economica in riva allo Stretto, nonostante gli ostacoli e le complicazioni. Recepire da chi (da decenni) lavora con serietà nella nostra Reggio, facendo conoscere i suoi prodotti anche al di là dei confini cittadini, il desiderio di voler portare altrove la propria professionalità, è, infatti, una sconfitta che riguarda tutta la comunità".