"Nonostante e malgrado le proteste rappresentate, ultima la nostra nota del 23 .u.s., qui richiamata integralmente, dobbiamo registrare che nulla è cambiato rispetto alla situazione denunciata. Infatti, ad oggi, non si ha certezza per la erogazione dei servizi minimi essenziali che un ospedale spoke dovrebbe garantire. Già il 23 u.s., avevamo sollecitato l'intervento delle LL.SS., per la gravissima situazione in cui versa l'ospedale di Polistena. In quel nosocomio a parte la mancanza di direttori di struttura complessa di diverse unità operative che si reggono sulla buona volontà di alcuni professionisti (sino a quando?), da domani si verifica una situazione più volte segnalata e mai affrontata e cioè il personale medico della u.o. Di ANR dedito alla rianimazione è ridotto a tre unità, e al momento, non si sa nemmeno che turni deve fare lo stesso personale. Appare evidente che l'inevitabile conseguenza è l'impossibilità di garantire tutte le attività ospedaliere e principalmente quelle di sala operatoria. Senza voler indagare sulle responsabilità che certamente vi sono e che in ogni caso vanno ricercate e perseguite, oggi per adempiere al disposto delle Leggi dello Stato, ma sopratutto nell'interesse dei pazienti e delle popolazioni, un reparto quale l'ANR, ma anche tutti gli altri, non possono essere lasciati in condizioni di assoluto sbando e mancanza di certezza nelle basilari condizioni per la garanzia dei LEA. Questa, senza tema di smentita, è una pesantissima e gravissima situazione che un ospedale sede di DEA di I livello non si può permettere e che inevitabilmente porterà, con lenta agonia, all'autoconsunzione indotta. Al fine di scongiurare la chiusura dell'ospedale di Polistena con le inevitabili ricadute sulle popolazioni ma anche su tutte le altre strutture esistenti e rammentando che l' ospedale è uno dei due spoke di tutta la provincia, si chiede un immediato intervento delle LL.SS. Al fine di evitare la scomparsa del servizio sanitario pubblico enlla piana di Gioia Tauro".
Lo scrive il Coordinatore Territoriale di Fsi - Usae Francesco Politanò, in una lettera indirizzata All'Asp di Reggio Calabria, al Prefetto, al
al Presidente Gr, Commissario ad Acta, e al Direttore Dipartimento Salute della Regione Calabria.
--banner--
Ecco la nota del 23 -10-2019
"Ciò di cui avevamo il sentore e la preoccupazione, nonostante i nostri lamenti e rimostranze, si sta verificando. Infatti a brevissimo termine (dal 1 novembre) la u.o. di ANR del p.o. di Polistena causa la carenza di medici, non sarà in condizione di erogare i servizi minimi indispensabili per il funzionamento di una struttura, che le carte regionali ma anche gli atti nazionali, individuano quale ospedale spoke. Le conseguenze saranno che le attività previste per un ospedale sede di DEA di I livello verranno meno paralizzando di fatto, tutti i servizi. Tutto questo non fa che avvalorare la nostra tesi secondo la quale ci sia un disegno, non tanto occulto, che prevede il progressivo smantellamento della sanità pubblica in provincia e, dall'altro lato, il perpetuare del sistema bankomat per i soliti noti. Questo ragionamento scaturisce da una semplice banale considerazione. Il pensionamento dei lavoratori, è un dato prevedibile con anticipo di anni e ci sembra strano che, ciononostante, nessuno, negli anni, si sia mai preoccupato di tale evidenza. Se si rammenta che, nelle unità operative insite nell'ospedale di Polistena ben sette unità operative, previste negli atti, da anni sono senza il dirigente di struttura complessa nulla valendo le giustificazioni che, volta per volta, sono state riportate (mancata richiesta, mancata autorizzazione regionale, rimpalli di responsabilità, eccetera....), e se si aggiunge l'obsolescenza delle apparecchiature in dotazione si ha un quadro che definire a tinte fosche è puro eufemismo. Ci sembra di assistere ad un film, che nel corso degli anni, abbiamo già visto con altre strutture, lenta agonia fino all'autoconsunzione. Le estemporanee soluzioni tampone, dovrebbero servire a risolvere la situazione nell'immediato e per brevissimo tempo, non come uso e costume aziendale dove il provvisorio diventa definitivo, ma sopratutto si devono attivare le necessarie procedure per la definitiva risoluzione unitamente alla programmazione sanitaria nel medio-lungo periodo".