I Bronzi di Riace protagonisti all’Assemblea Internazionale del Panathlon

Si è riunita lo scorso 26 ottobre, presso il Museo Diocesano di Molfetta, l'Assemblea Internazionale del Panathlon, Associazione Benemerita del CONI che promuove, tra l'altro, la Cultura, il Fair Play e i Diritti dei giovani Atleti.

Come di consueto, ha preceduto l'Assemblea del Panathlon International un evento culturale, questa volta è stata scelta una conferenza sulle statue del V sec. a.C. ed è stato invitato a relazionare sui Bronzi di Riace "Guerrieri e Atleti Olimpici" e sui Giavellottisti dell'Antica Grecia lo studioso reggino Riccardo Partinico.

I Presidenti di centotre club, Argentina, Cile, Messico, Stati Uniti d'America, Uruguay, Francia, Italia, Svizzera e altri, in traduzione simultanea, hanno potuto ascoltare le ultime scoperte del docente reggino sui Bronzi di Riace e sull'Apoxyomenos (Colui che si deterge).

I due uomini rappresentati dalle statue, A e B, denominati i Bronzi di Riace, sono realmente vissuti, presentavano paramorfismi dello scheletro, utilizzavano una particolare impugnatura bellica, lanciavano l'arma con l'ankùle (laccio di cuoio). L'uomo rappresentato dalla Statua A era un Oplita, l'altro un Hippikon e praticavano il Pancrazio, una lotta antichissima, parte integrante dell'addestramento dei soldati che è stata disciplina olimpica per 1041 anni, dal 648 a.C. al 393 d.C..

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"Con l'Anatomia Archeostatuaria, che si avvale di tre fasi: analisi interpretativa, riscontro tecnico e comparazione archeologica, è possibile risalire all'identità fisica o sportiva dei personaggi rappresentati dalle statue. Prima dei Bronzi di Riace ho studiato numerose statue in esposizione nei più importanti musei del mondo, con risultati strabilianti. Non erano "il Giovane che si incorona" (Getty Museum di Los Angeles), "l'Apoxyomenos" (Museo di di Lussino), "l'Apoxyomenos (Museo di Vienna), "Paride con la mela" e "Poseidon con il tridente" (Museo di Atene), ma erano tutti giavellottisti che rappresentavano diverse fasi del gesto tecnico, l'avvolgimento dell'ankùle, il puntamento ed il lancio. Neanche "I Lottatori di Ercolano" (Museo di Pompei e in copia al Getty Museum) sono lottatori. Infatti, dopo uno studio approfondito, su incarico del Direttore Jens Daehner del Getty Museum di Los Angeles, che voleva stabilire la collocazione esatta delle due statue, ho accertato che si tratta di "Corridori". L'ultima particolarità emersa dagli studi sui Bronzi di Riace è l'otoematoma alle orecchie della Statua B. Tale patologia che affligge i lottatori, i pugili ed i giocatori di Rugby, ovvero, la rottura traumatica della cartilagine del padiglione auricolare, mi consente di affermare che la Statua B, oltre ad essere un Soldato, probabilmente un Hippikon, per la conformazione muscolare degli arti inferiori, è un Atleta di Pancrazio. Numerosi vasi del V sec.a.C. raffigurano atleti con la stessa fisionomia dei "Bronzi di Riace" che si sfidano in questa Arte Marziale".

Il Prof. Partinico ha ringraziato il Presidente internazionale Pierre Zappelli, alto magistrato svizzero, e il Dirigente internazionale Avv. Oronzo Amato, per aver scelto l'argomento "Bronzi di Riace" e si è detto molto soddisfatto per l'alto livello culturale e sportivo della platea, "veri uomini di sport che hanno potuto comprendere effettivamente quanto è emerso dalle ricerche sulle statue del V sec. a.C.". La relazione è terminata con un caloroso applauso seguito da congratulazioni personali.