Aeroporto dello Stretto, Filt Cgil: "Sacal mette bavaglio ai lavoratori"

"E' senza precedenti la comunicazione del responsabile Risorse umane della Sacal S.p.A., avv. Andrea Falvo, che, in occasione di un servizio giornalistico da parte di Rai3 riguardante l'aeroporto di Reggio Calabria, comunica in forma scritta ai responsabili della Sacal dello scalo reggino di "sensibilizzare tutto il personale affinché non si rilascino interviste e/o dichiarazioni potenzialmente lesive dell'immagine Sacal".
Siamo all'attacco più violento della Costituzione italiana che proprio all'articolo 21 esplicita la libertà di pensiero e di opinione; e siamo allo sfregio più arrogante dell'articolo 1 della legge 300 (lo Statuto dei lavoratori) che testualmente recita che "i lavoratori...hanno diritto nei luoghi dove prestano la propria opera di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione".
Ma perché la Sacal ha così paura dell'opinione dei propri dipendenti? Che cosa avrebbero potuto dire i lavoratori se fossero stati liberi di esprimere il proprio pensiero sulla crisi dello scalo reggino?" E' quanto si legge in una nota della Sacal.

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"Di sicuro vi è che la gestione della Sacal non è stata all'altezza della situazione. Non ha riassunto tutti i dipendenti, non ha rispettato il piano industriale con il quale si era aggiudicato per 30 anni la gestione degli scali di Reggio e Crotone. Sono risultati inesistenti gli accordi sbandierati pochi mesi addietro per attrarre passeggeri per le Eolie, l'utenza messinese via via è venuta completamente meno e persino i cittadini della provincia reggina sono costretti ad abbandonare il Tito Minniti. E, inoltre, l'incapacità gestionale ha portato l'aeroporto reggino a perdere tutte le compagnie rimanendo solo con Alitalia con due miseri voli per Roma e uno per Milano. Ma questo aeroporto può operare solo con la traballante compagnia di bandiera? E se la discussione in corso su Alitalia in sede di governo si dovesse chiudere con tagli e riduzioni il rischio è la totale chiusura dello scalo reggino. E questi geniali dirigenti e responsabili della Sacal si preoccupano solo di mettere il bavaglio ai dipendenti perché nella loro concezione i lavoratori non possono pensare e non debbono parlare. Proprio una bella concezione della democrazia. Ed in questo contesto assistiamo al preoccupante silenzio della Città metropolitana, dei propri Organi amministrativi e politici che invece di affrontare una situazione che sta diventando drammatica assistono inermi ai colpi che la Sacal sta dando al futuro dello scalo e alla dignità e libertà dei lavoratori".